L’inquinamento atmosferico altera l’equilibrio ecologico del pianeta. Ma che dire dell’inquinamento psicologico derivante da tanti pensieri negativi -causa fondamentale dei mali che ci affliggono- e fomentati, inconsciamente o malevolmente, dai mass media?
L’uomo muore per le strade. L’uomo muore sopraffatto dalla vita angusta che il falso progresso gli propone, con tutte le conseguenze di stress, nevrosi, arteriosclerosi, infarto e cancro.
E la gioventù, incattivita da tanto materialismo, disorientata e scalzata dalla sua propria realtà, si rifugia nella droga e in giochi mortali alla ricerca di nuove sensazioni. Si disintegra la famiglia, ci si perde in futilità e si dimenticano i principi fondamentali della vita. Si sprofonda nell’infelicità con l’urgente bisogno di recuperare o trovare le vie che portano alla soluzione di così tanti problemi.
Tutto il nostro presente è condizionato dalla paura. Quella paura che produce ciò che definiamo “psicosmog”: una pesante caligine di pensieri negativi e corrosivi. E sorgono gli eserciti, espressione collettiva della paura individuale. Si pretende di conservare la pace con la paura quando solo l’amore può generarla.
L’uomo costruisce ogni giorno il suo futuro utilizzando in una maniera o nell’altra le paure che ha a disposizione e specialmente il suo pensiero. Dall’intelligenza e dal successo con cui amministra i suoi mezzi presenti dipende la qualità del suo futuro.