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Cosa fare quando non riesci a perdonare

perdono

Il tuo cuore conosce la strada. Corri in quella direzione.” ~ Rumi

So che dovrei perdonare ma non ci riesco.” Mi stavo dimenando sulla sedia mentre lo dicevo al mio insegnante.

L’ho detto subito dopo aver spiegato tutto ciò che avevo sperimentato durante il nostro esercizio di meditazione. Nella meditazione avevo avuto un vivido ricordo del costante abuso verbale ed emotivo che avevo ricevuto da mio padre.

Erano passati dieci anni da quando avevo deciso di andarmene da casa dei miei, ma ero ancora arrabbiata, portavo ancora tutte quelle emozioni di anni fa. Invece di elencarmi tutte le virtù del perché è importante perdonare, il mio insegnante mi ha fatto una domanda.

“Sei pronta a perdonare?”

“No”, dissi.

“Allora non farlo.”

Quando ha detto questo sono scoppiata in lacrime di sollievo.

Dio solo sa quante volte, le persone e i terapisti che ho incontrato, mi hanno parlato delle virtù del perdono, suggerendo ogni volta diversi metodi. Quando vedevano la mia resistenza al perdono, mi dicevano ripetutamente le stesse cose:

 Il perdono non significa scusare il comportamento dell’altra persona.

 Perdonare è per te e non per l’altra persona.

 Il perdono ti libera.

Esplorare le credenze

Compresi intellettualmente cosa significassero quelle parole. Ma non riuscivo ancora a farlo. Non sapevo perché non riuscivo. Avevo iniziato a sentirmi in colpa e piena di vergogna per non essere stata in grado di fare questa cosa che così tante persone mi invitavano a fare.

Il mio insegnante che mi ha dato spazio per non perdonare, mi ha dato il permesso di osservare me stessa e il mio dolore senza giudicare. Ciò significava che avrei potuto esplorare i sentimenti e le credenze sottili che non sapevo nemmeno di avere. Ho scoperto la mia resistenza chiedendomi:

In che modo il non perdonare mi teneva al sicuro?

All’epoca ero una perfezionista ed ero eccellente nella mia carriera. Ero cresciuta rapidamente nelle file della mia organizzazione perché mi ero impegnata molto e avevo fatto un ottimo lavoro.

Allo stesso tempo, ci sono stati momenti in cui sono andata in procrastinazione estrema. Avevo imparato a rimandare certe cose perché mi sentivo come se prendere determinate decisioni mi avrebbe fatto male. Mi sono fermata e sono entrata in modalità di evitamento ogni volta che avevo paura di sperimentare un crollo o se pensavo di fallire e di essere respinta.

Ho guardato la mia ostinazione a non perdonare mio padre allo stesso modo. Stavo evitando il perdono perché sentivo che prendere una decisione al proposito mi avrebbe fatto sentire insicura.

Trovare i perchè

Mi sono seduta e ho scritto perché non perdonare mio padre mi stava tenendo al sicuro. Nel mio diario sono stata sorpresa di vedere che mi sentivo al sicuro con il potere che avevo nel non perdonare.

Tramite un membro della famiglia che aveva detto a mio padre che non ero disposta a perdonarlo, avevo saputo che era arrabbiato per questo. Avevo quindi capito che non perdonare mio padre mi dava controllo e potere su di lui: cosa che non avevo ami avuto. Il mio atteggiamento sembrava una sorta di  rivendicazione.

Ho scritto più a fondo:

Perché era così importante per me mantenere quel potere? 

Mi resi conto che dentro di me c’era ancora una ragazza adolescente che viveva quell’esperienza: non si era diplomata al liceo e si era trasferita. Stava ancora soffrendo in quel momento. In questo momento. E quella sensazione di potere era l’unica cosa che la teneva insieme.

Ascoltare se stessi

Fu scioccante che la sentissi così forte nel mio corpo. Principalmente nel mio petto e nel mio stomaco. La sensazione era pesante e soffocante come la sabbia: non potevo lasciare quella ragazza impotente mentre era ancora immersa del dolore. Ho dovuto darle qualcosa a cui aggrapparsi per poter sopravvivere.

Non ho provato a correggere la mia percezione o ad essere più positiva. Ho semplicemente ascoltato me stessa. Alla fine mi sono connessa con la profondità del dolore che avevo provato da sempre e con che frequenza era lì senza che me ne accorgessi. Non ero abituata a connettermi con il mio corpo, non ero abituata ad ascoltare me stessa senza giudicare.

Il mio insegnante mi ha chiesto se era più fattibile per me rilasciare l’energia che provavo nel mio corpo anziché perdonare mio padre. Ho detto di sì, quindi mi ha guidato attraverso una meditazione dinamica.

In essa ho fatto diversi respiri profondi e ho visualizzato che stavo inviando tutta l’energia di mio padre e l’energia della situazione attraverso il sole e la ritornavo a mio padre. Muovendo la luce attraverso il sole, mio ​​padre avrebbe ricevuto solo la luce pura, non il dolore che aveva proiettato.

Ritrovare la propria “luce”

Ho quindi ripreso la mia energia, il mio potere autentico, qualunque cosa sentissi fosse stata presa da me o qualunque potere sentissi di aver dato via. Ho visualizzato quell’energia che si muoveva attraverso il sole e veniva purificata in modo che tutto ciò che ricevevo fosse la mia luce pura.

Poi ho visualizzato tutte le altre persone che avevano ascoltato la mia storia o assistito a quello che è successo a mio padre lasciando andare tutti i loro giudizi e attaccamenti, come flussi di luce che salgono nel cielo.

Dopo che la meditazione fu terminata, il mio corpo si sentì bene. Mi sentivo più leggera. Non pensavo che una parte di me fosse congelata nel passato.

Improvvisamente ho avuto un forte bisogno di perdonare mio padre. E l’ho fatto.

Nel corso del tempo ho scoperto che avevo ancora più perdono da fare, ma era più facile. Non dovevo convincermi a perdonare, potevo farlo con naturalezza.

Ciò che mi ha aiutato di più quando non potevo perdonare è stato finalmente riconoscere che il perdono è qualcosa di più che fare una scelta mentale o dire parole. Il perdono è una decisione che viene presa con il corpo e l’anima. Viene naturale quando è pronto

Quando non riesci…

Se proprio non riesci a perdonare, ti invito a esplorare ciò che ha funzionato per me:

  1. Accetta di non essere pronto a perdonare e fidarti della tua decisione.
  2. Chiediti come il “non perdonare” ti tiene al sicuro e ascolta la tua verità senza minimizzare o correggere le tue convinzioni.
  3. Sii presente e senti dove quelle credenze sono ancora attive nel tuo corpo,
  4. Quando sei pronto (e solo quando sei pronto) rilascia l’energia che non ti appartiene e rivendica il diritto alla tua usando il processo che ho scritto sopra.

Quando siamo disposti a smettere di costringerci a fare ciò che “dovremmo” fare ed effettivamente ascoltare la nostra verità nel momento, espandiamo la nostra capacità di guarigione in modi che non possiamo nemmeno immaginare. Compreso perdonare l’impossibile.

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