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Se non ora, quando?

Se non ora, quando?

Prima di diventare un mistico, il saggio Ibrahim era il re di Balkh. Una notte sentì qualcuno che camminava sul tetto del suo palazzo. Ne fu allarmato e gridò: “Chi è là?”

Arrivò una risposta: “Non è un nemico”.

Chiese di nuovo: “Ma che cosa stai facendo lassù?”

La risposta fu: “Cerco il mio cammello che si è perso”.

Ibrahim fu stupito da questa risposta . Non potè fare a meno di ridere della stupidità di quella persona e disse: “Un cammello smarrito sul tetto di un alto palazzo è strano! Amico, sei fuori di testa?”

In risposta anche lo sconosciuto iniziò a ridere e disse: ” Ingenuo! Non è forse ancora più strano, nel tuo stato mentale, essere alla ricerca del divino?”

Se non ora, quando? [Hillel]

In questi giorni l’OMS, a ragion veduta, ha lanciato un nuovo allarme. L’emergenza, questa volta, non riguarda un virus ma qualcosa di peggio: un male oscuro e invisibile, che nemmeno i più potenti microscopi possono rilevare.

E’ quel dolore che emerge quando perdi tutti i vecchi punti di riferimento. Quell’angoscia che ti assale quando le speranze sul futuro e le sicurezze che avevi si sono dissolte. La terra sotto i tuoi piedi vacilla e l’arrogante razionalità di un tempo viene selvaggiamente schiaffeggiata dallo stato attuale delle cose.

La causa di questo dolore non è tanto l’incertezza economica. Non è nemmeno il prospettarsi di misure invasive della privacy, o violazioni della libertà che farebbero rabbrividire i giudici del processo di Norimberga.

La vera causa di quest’angoscia, che ormai serpeggia nel mondo come la nona piaga d’Egitto, è il vuoto. Il vuoto che abbiamo trovato guardando dentro di noi durante questo periodo di stasi. Un vuoto a cui nessuno ci ha mai preparato.

Eh già! Perché per secoli la scienza, come una cicala saccente, si è trastullata con i fenomeni del mondo esterno, snobbando i misteri dell’Anima. Fiumi di denaro sono stati sperperati per la conquista del cosmo. Ma nemmeno un centesimo è stato investito per esplorare il cosmo interiore. Un’esplorazione che in questi momenti ci avrebbe risparmiato un sacco di sofferenze.

In questi giorni abbiamo visto politici in lacrime…

Abbiamo sentito medici e scienziati (un tempo campioni di fair play) sbottare istericamente come bambini terrorizzati quando un palloncino scoppia loro in faccia.

La scienza, la medicina, le benzodiazepine, l’amuchina possono fare ben poco contro il vuoto o il nulla. E’ come scrivere nell’acqua, come cercare di prosciugare l’oceano con una cannuccia.

Per decenni, nelle scuole, siamo stati costretti a studiare quanti millimetri di pioggia cadono ogni anno in Brasile; quanti morti ha fatto la guerra dei cent’anni; gli orrori che uomini assetati di potere hanno fatto patire altri uomini. Ogni anno celebriamo il giorno della memoria ma siamo ancora alleati con i Tedeschi.

E’ quindi ovvio che ci siamo dimenticati di studiare la cosa più importante.

Ci siamo dimenticati di studiare ciò che ci permetterebbe VERAMENTE di evitare, una volta per tutte, gli errori e gli orrori che continuiamo a ripetere. E, paradossalmente, studiamo la storia convinti che conoscere il passato è l’unico modo per non ripeterlo.

Ci siamo dimenticati di studiare la VERA scienza: quella dell’Anima. La VERA storia: quella delle nostre Origini Divine; l’unica storia che può davvero persuaderci a non ripetere il passato.

In questi giorni tantissime persone hanno spento la televisione, gettato i giornali nella carta straccia. Ma non basta. Non basta sottrarsi all’agente produttore dell’angoscia per guarire. Bisogna cominciare a riparare i danni causati da secoli di inconsapevolezza e ignoranza. E, forse, potrebbe essere questa l’occasione buona e definitiva. Se non ora, quando?

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