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Domande e risposte sull’ipnosi regressiva

Gentili Amiche e Cari Amici. In questo articolo l’ipnotista Rossano Sambo risponderà a tre delle domande più comuni sull’ipnosi regressiva in modo che, tutti coloro che si stanno avvicinando per la prima volta a questa scienza olistica, possano iniziare a comprenderne tutte le dinamiche.

Domanda #1. Come faccio a capire se ciò che vedo o sento durante una sessione d’ipnosi regressiva è reale o frutto della fantasia?

RISPOSTA. Siccome l’obiettivo dell’ipnosi è l’evoluzione / miglioramento personale, la VERA domanda da porsi è: “come mai ho visto o sentito proprio quella specifica cosa?” L’inconscio non fa mai nulla senza uno scopo. Ciò significa che, quando fa affiorare qualcosa, quel qualcosa ha sempre un significato, va preso sul serio e utilizzato come spunto per lavorarci sù. E’ indifferente se il contenuto che affiora fa parte di un’esperienza della vita attuale o di una presunta vita passata: qualunque sia la sua origine può essere utilizzato come chiave per evolvere o per risolvere il problema al quale è collegato.

Domanda #2. Può capitare, durante una sessione d’ipnosi regressiva, di non sperimentare nulla o non riuscire a “vedere” vite passate?

RISPOSTA. Le persone che riescono a vivere esperienze importanti e profonde di regressione a vite passate già alla prima seduta sono abbastanza rare. TUTTI però, già alla prima seduta, riescono ad accedere a contenuti anche di breve durata o intensità. Addirittura, con alcuni soggetti, sono riuscito ad ottenere “flash” di vite passate ad occhi aperti, ovvero senza utilizzare lo stato di trance classico ma guidando la persona all’interno di micro trance vigili. Infine è bene aggiungere che sta all’esperienza e alla professionalità dell’operatore capire quando un soggetto è “pronto” per un’esperienza intensa e quando è meglio procedere per gradi. Il tipo di approccio chiaramente varia a seconda della storia personale del soggetto.

Domanda #3. C’è il pericolo che io possa “risvegliare” ricordi di vite passate particolarmente brutti che potrebbero traumatizzarmi o che la mia mente non sia in grado di gestire?

RISPOSTA. In una sessione individuale d’ipnosi regressiva con operatore questo non accade mai. Una delle tante funzioni dell’operatore è proprio quella di mantenere il soggetto in sicurezza evitandogli esperienze che potrebbero superare la sua soglia di “ammettenza emotiva”. Inoltre, quando affiora del materiale particolarmente forte, si interviene prontamente con tecniche di rielaborazione e dissociazione per disinnescare l’eccesso di tensione emotiva. Come specificato nella domanda precedente, sta all’esperienza dell’operatore capire quanto un soggetto può sperimentare, quando è pronto per accedere ad un determinato livello di esperienza e il tipo di approccio da utilizzare per arrivare ad esperienze anche molto profonde e trasformanti. Alla luce di ciò possiamo dire che, per quanto riguarda l’ipnosi regressiva, le uniche cose che possono avere delle reali controindicazioni sono il fai da te (autoregressione) e le “regressioni di gruppo”, dato che in questi casi non c’è modo di intervenire direttamente sull’esperienza individuale.

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