L’uomo, come collettività, non si è evoluto. Qualunque piccolissima parte di evoluzione sia accaduta alla massa collettiva, è dovuta a quei pochi cercatori che si sono risvegliati o sono diventati illuminati. Ma dobbiamo capire la proporzione. È come un cucchiaino di zucchero che lasci cadere nell’oceano nel tentativo di renderlo dolce; non farà molto all’oceano. L’oceano è troppo vasto. Un cucchiaino di zucchero va benissimo per una tazza di tè, ma non va bene per l’oceano.
Un uomo risvegliato o illuminato è come un cucchiaino di zucchero. E il suo gruppo animico – quelli che entrano in sintonia con lui – è come una tazza di tè. Ma i componenti di quel gruppo sono così pochi che non possono fare molti cambiamenti nella massa collettiva, nella sua vasta oscurità, nell’oceano dell’inconsapevolezza.
Tuttavia, in migliaia di anni, così tante persone si sono risvegliate e illuminate che un po’ di cambiamento nell’umanità si può vedere. Il merito non va all’uomo – ecco perché possiamo affermare che l’uomo non si è evoluto. Il merito va a quelle poche persone risvegliate o illuminate. Semplicemente disperdono la loro coscienza in questo oceano – ma non possono renderlo dolce. Certamente un piccolo effetto c’è, ma è così piccolo da essere trascurabile. Il merito va a quelle poche persone che hanno vissuto e sono morte per aiutare l’umanità con il loro lavoro. E la stessa umanità per la quale hanno lavorato, li uccide, li crocifigge. Non può fare altrimenti, la sua oscurità è totale.
Alcuni leggeri cambiamenti possono essere tracciati, ma sono così leggeri da essere spesso invisibili. Per esempio, in passato hanno crocifisso Gesù senza provare alcun senso di colpa. Infatti si sono sentiti sollevati dal fatto che quella seccatura fosse finita. Il lavoro di Gesù stava diventando sempre più una tortura per le loro tradizioni, per la loro mente ortodossa. Dopo averlo ucciso si sono sentiti più leggeri, più sollevati.
Oggi non possono più crocifiggere una persona risvegliata – questo è il piccolo cambiamento. Possono bannarla dai social, accenderle il rogo mediatico, screditarla pubblicamente, in casi estremi possono arrestarla, cacciarla da un paese. Possono molestare le persone che apprezzano il suo lavoro, ma non possono più crocifiggerla. Si vergognerebbero. Effettivamente è avvenuto un piccolo cambiamento.
Vorrebbero farlo; ancora, nel profondo, vorrebbero crocifiggere, bruciare o lapidare pubblicamente qualcuno. Ma sentono che crocifiggendo una persona risvegliata o illuminata non potrebbero sentirsi leggeri, sgravati o sollevati come un tempo; infatti potrebbero sentirsi in colpa.
Questi sono i piccoli cambiamenti che alla lunga aiuteranno l’uomo, ma il merito va a quelle poche persone che hanno sacrificato tutto, hanno sacrificato la loro vita lavorando per questa umanità. E questa umanità li ha ripagati con la crocifissione, il rogo e la lapidazione. Eppure sono morti con la pace nel cuore.
La crocifissione del mistico sufi al-Hillaj Mansoor è notevole. Fu molto più barbara della crocifissione di Gesù perché gli tagliarono ogni arto lentamente. Gli hanno tagliato le gambe, le mani e gli hanno tolto gli occhi. Lo torturarono come nessun uomo è mai stato torturato, e ancora sorrideva.
Un uomo nella folla chiese: “Mansoor, perché sorridi?”.
E lui rispose: “Sto sorridendo perché queste persone stanno uccidendo qualcuno che ha cercato di dare loro più vita, più luce. Ma queste persone sono strane – stanno uccidendo il loro stesso amico. E sorrido anche perché non sanno che distruggendo il mio corpo non possono distruggere me. Stanno uccidendo qualcun altro! Quindi rido”.
E mentre succedeva tutto questo – mentre la gente lanciava pietre, uova marce, per umiliare Mansoor – il suo stesso maestro, Junnaid, era presente nella folla. E per non essere visto come dissidente, anche Junnaid lanciò qualcosa: un fiore.
Conosceva Mansoor: era il suo discepolo e sapeva che aveva ragione. Junnaid gli aveva detto: “Hai ragione Mansoor, ma non dirlo. Non dichiarare la verità ultima, che non c’è nessun altro dio; che ognuno porta il suo dio dentro di sé. Non dirlo!”
Mansoor rispose: “Ho cercato di non dirlo, ma cosa fare? La gente fa domande e io dimentico la cautela, e quello che è reale viene fuori”.
Quindi Junnaid era triste. Stava servendo due scopi lanciando una rosa. In primo luogo, la massa pensava che stesse lanciando anche pietre o uova marce. In quella folla in fermento chi sa cosa viene lanciato da chi? In secondo luogo, Mansoor era in grado di capire che una rosa aveva colpito la sua faccia e che non poteva essere di nessun altro se non del suo maestro. Solo lui poteva capire.
Ma in quel momento le lacrime arrivarono agli occhi di Mansoor, il sorriso scomparve. Di nuovo qualcuno chiese: “Poco fa stavi sorridendo e ora piangi. Cosa è successo?”
Lui rispose: “È successo qualcosa. Le persone che lanciano pietre, uova marce, pomodori e ogni genere di cose non mi turbano. Loro non capiscono. Ma qualcuno ha lanciato una rosa. Io so chi è. Il suo fiore mi fa male più di ogni altra cosa perché anche se lui sa cosa è vero, non è abbastanza coraggioso da dichiararlo. Queste lacrime sono per il suo comportamento poco coraggioso e vergognoso”.
Quindi queste persone hanno alzato un po’ la coscienza umana – ma tutto il merito va a loro. L’uomo non può più comportarsi così oggi. Non può più lapidare, crocifiggere o torturare una persona. Usa tattiche più sofisticate, politicamente corrette, radical-chic. Solo in casi estremi ricorre, ma in gran sordina, all’omicidio-suicidio.
Quindi c’è stato un po’ di sviluppo, non molto ma c’è stato. E il merito non è delle masse stesse. Non hanno fatto nessun progresso, nessuna evoluzione. Sono solo sottoprodotti di pochi individui unici che hanno vissuto come delle fiamme e hanno lasciato il loro segno nella coscienza umana. Ma la coscienza umana è un campo così vasto e oceanico che ci vorranno migliaia di anni per farla evolvere in maniera consistente.
Non credo che al-Hillaj Mansoor fosse arrabbiato. Poteva capire che quello che la folla stava facendo era perfettamente prevedibile. Nessun individuo realmente risvegliato o illuminato si arrabbia: qualsiasi cosa venga fatta contro di lui/lei è perfettamente prevedibile. Ma è così che avviene l’evoluzione, molto lentamente. L’esistenza non ha alcuna fretta. L’eternità è disponibile.
Noi pensiamo in termini di tempo; l’esistenza non ha limiti di tempo. Ecco perché ci preoccupiamo del perché l’evoluzione non stia avvenendo – perché la nostra scala temporale è molto piccola. Guardando l’eternità dell’esistenza… il nostro tempo non può essere nemmeno pari a pochi secondi.
Quindi, tirando le somme, non c’è nulla di cui preoccuparsi. I cambiamenti stanno avvenendo e forse i giorni a venire saranno molto, molto pericolosi. L’uomo potrebbe dover cambiare nonostante se stesso. Forse questa grande umanità, per cambiare veramente, ha bisogno di situazioni come quelle che stanno accadendo da due anni a questa parte; altrimenti non può cambiare. Quelle situazioni sono in atto tutt’oggi e siamo fortunati ad essere arrivati qui al momento giusto.