La ghiandola pineale è uno degli organi del corpo umano più trascurati dalla scienza ufficiale. C’è chi dice volutamente e chi accidentalmente: ma non voglio dilungarmi sulle teorie complottistiche. Si tratta di una piccola ghiandola delle dimensioni di un chicco di granturco, la cui struttura ricorda quella di una pigna; da qui il nome di “pineale”.
Essa, dopo l’adolescenza, tende a calcificarsi a causa dello stile di vita e di alcune sostanze nocive contenute negli alimenti e nell’acqua potabile, tra cui il fluoro. Per fortuna questo processo di calcificazione è reversibile. Gli orientali la considerano da millenni la sede del famoso “terzo occhio” e ci sono molte ragioni per considerare vera questa teoria. La ghiandola pineale, infatti, secerne una sostanza chiamata DMT (dimetiltriptamina). Uno dei compiti della DMT è di attivare molte delle funzioni di quel 90% del nostro cervello che notoriamente non utilizziamo, ovvero non sappiamo come utilizzare.
Queste funzioni comprendono non solo la creatività o l’intuito ma anche la capacità di entrare in contatto con l’Anima, con il Sè superiore, espandere la coscienza e la consapevolezza, “vedere” (terzo occhio) le dimensioni sottili, trarne insegnamenti ecc. La DMT consente al cervello di allentare la morsa dell’eccesso di razionalità, spesso anche causa di molti disturbi, lasciando all’inconscio la possibilità di esprimersi liberamente o di trovare le risorse necessarie a superare quei disturbi.
L’ipnosi è un metodo dolce e graduale (ma allo stesso tempo più rapido della meditazione) per “rieducare” la ghiandola pineale consentendoci di esplorare in sicurezza le profondità dell’Essere e i reami spirituali. Non a caso molte persone che utilizzano l’ipnosi come percorso evolutivo, affermano di godere di un maggior equilibrio emozionale, intuito e consapevolezza, oltre a una minore incidenza dei blocchi emotivi nella vita di tutti i giorni. Processi, questi, che portano automaticamente ad un aumento del benessere generale.
Il nesso tra ipnosi e ghiandola pineale è stato confermato scientificamente da molti studi, soprattutto quelli condotti dal Prof. Rick Strassman presso l’università del New Mexico. Secondo Strassman esistono tutti gli elementi per definire la DMT come “molecola dello spirito”, proprio per questa sua funzione chiave nell’accesso a dimensioni superiori. Attraverso l’ipnosi e affidandosi a una guida esperta, anche le persone più rigide e razionali possono gradualmente, di seduta in seduta, liberarsi di quello scudo di rigidità, ritrovare se stesse, accedere sempre più profondamente alle risorse nascoste del proprio Essere e guarirne le eventuali ferite grazie all’espansione di Consapevolezza.