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Esicasmo: le tecniche originali

Esicasmo

Esicasmo. Su questa tecnica di meditazione trascendentale ci sono sempre state numerose controversie ed interpretazioni. Dispute intellettuali che hanno ridotto l’esicasmo a un elemento di dibattito filosofico o teologico, spogliandolo del suo obiettivo puramente pratico.

Per cui il mio intento, in questo articolo, è di restituire all’esicasmo la sua veste originale di tecnica pratica per giungere alla realizzazione del Divino. A tal proposito esamineremo, uno ad uno nel dettaglio, i seguenti aspetti del metodo pratico della “preghiera esicasta”:

  • Che cos’è realmente l’esicasmo
  • Quali sono i benefici
  • Il ruolo della postura e del mantra nella pratica dell’esicasmo
  • Gli esercizi di respirazione nell’esicasmo
  • L’uso dei “centri sottili”

Che cos’è l’esicasmo

L’esicasmo è una tecnica psicofisica di realizzazione spirituale. Le sue origini risalgono alla tradizione iniziatica degli Esseni, la scuola esoterica a cui apparteneva anche Gesù. L’esicasmo è infatti noto anche con la definizione di “Preghiera di Gesù”. In alcuni testi troviamo anche il termine “Preghiera del Cuore”.

Il cuore è l’organo principale del nostro essere, il punto di convergenza tra mente e materia, il centro sia della nostra costituzione fisica che della nostra struttura psichica e spirituale. Poiché il cuore ha questo duplice aspetto, al tempo stesso visibile e invisibile, la preghiera del cuore è la preghiera del corpo e dell’anima.

Ed è proprio per aiutare tale armonia tra mente, corpo, spirito e come aiuto alla concentrazione, che i maestri di esicasmo  hanno sviluppato una “tecnica fisica”. Si rendevano conto che ogni attività psichica ha ripercussioni a livello fisico e corporeo; a seconda del nostro stato interiore diventiamo caldi o freddi, respiriamo più velocemente o più lentamente, il ritmo dei battiti del cuore accelera o rallenta, e così via. Al contrario, ogni alterazione delle nostre condizioni fisiche si ripercuote negativamente o positivamente sulla nostra attività psichica.

Quindi, se possiamo imparare a controllare e regolare alcuni dei nostri processi fisici, questo può essere usato per rafforzare la nostra concentrazione interiore nella preghiera. Tale è il principio base su cui si fonda il metodo pratico dell’esicasmo. La tecnica fisica ha tre aspetti principali:

  1. Postura
  2. Controllo del respiro
  3. Esplorazione interiore

Per ovvie ragioni è necessaria la massima discrezione quando si interferisce con attività corporee istintive come il respiro o il battito del cuore. Da qui l’importanza di affidarsi ad una guida esperta per una corretta pratica dell’esicasmo.

La disciplina dell’esicasmo

La disciplina dell’esicasmo può essere delineata nel modo seguente: due livelli devono essere distinti nella nozione del Divino. Il livello più alto corrisponde all’Essenza divina, una e incondizionata (l’equivalente del Brahman Nirguna delle discipline orientali). L’Essenza è quindi in-finita, in-descrivibile, ineffabile, non conoscibile e, quindi, invisibile. Tuttavia, Dio può essere conosciuto e visto come Luce non creata.

L’iniziato che ha raggiunto l’esykía, cioè la pace e l’immutabilità interiore, può vedere la luce divina e “diventare una cosa sola” con essa. Pertanto, al suo massimo livello di realizzazione, l’iniziato è:

raggio naturale senza principio di divinità, in quanto luce di divinità, splendore di divinità, diffusione illimitata di magnificenza divina, divinità di Dio, luce immateriale, eterna, incomparabile, non creata […] Testimone diretto, iniziatore e seguace di luce veritiera.

[Gregorio Palamas]

Quali sono i benefici

Come per lo Yoga, anche nell’esicasmo l’obiettivo è di natura prettamente spirituale. Tuttavia la pratica di questa tecnica, anche da parte di chi non ha ambizioni spirituali, è portatrice di equilibrio, serenità, pace interiore ed equanimità.

Esistono sorprendenti parallelismi tra le tecniche fisiche raccomandate dai Maestri di esicasmo e quelle impiegate nello Yoga e nel sufismo. Fino a che punto le somiglianze sono il risultato della semplice coincidenza, di uno sviluppo indipendente ma analogo di due tradizioni separate? Se esiste una relazione diretta tra esicasmo e il sufismo – quale parte sta prendendo in prestito dall’altra? Ecco un campo sicuramente affascinante per la ricerca.

Esicasmo preghiera del cuore

Il ruolo della postura e del mantra nella pratica dell’esicasmo

Dopo l’iniziazione, il maestro trasmette la preghiera iniziale,  “Kýrie Eléison,  Chríste Eléison”  (Signore, perdonami, Cristo, perdonami) . Questa preghiera (o mantra), pronunciata a voce alta, ha la funzione di aprire la mente alle verità alle quali si avvicina il praticante, eliminando gli ostacoli e ottenendo il dono sacro del “lasciar andare” le identificazioni con le emozioni, i pensieri e i desideri.

Più tardi, il maestro di esicasmo affibbierà preghiere sempre più brevi, come “ricordati di me”.  A tempo debito, l’invocazione diviene di una sola parola ( monolexía ): un nome attribuibile a Gesù o direttamente all’Essenza Divina.

Infine, il praticante di esicasmo avrà accesso ai mantra superiori, come  Elí Elí, il cui significato sfugge a qualsiasi traduzione plausibile sia dall’ebraico che dall’aramaico. Man mano che il discepolo avanza sul sentiero iniziatico, la pronuncia diventa più sommessa, quindi sussurrata, fino a quando non diventa un’invocazione silenziosa, completamente mentale. Con il tempo, l’invocazione fluirrà automaticamente, guidata non dalla volontà, ma dalla pulsazione naturale del cuore. L’importante è svuotare la mente dai pensieri.

Ance qui sono sorprendenti le somiglianze con il sentiero dello Yoga.

La postura

Dopo l’iniziazione, Il  discepolo di esicasmo deve scegliere un luogo appartato e cercare l’isolamento, una cella di eremitaggio, una grotta, una capanna lontana dagli insediamenti umani o una stanzetta dedicata esclusivamente alla pratica. Quindi si siede su  uno sgabello alto 25-30 cm, il busto piegato in avanti e il mento premuto contro il petto. La ripetizione dell’invocazione, che la mente scandisce al ritmo cardiaco, è diretta verso il cuore. La vista deve rimanere focalizzata sull’ombelico mentre l’iniziato inala, insieme all’aria, le ispirazioni intuitive provenienti dallo Spirito Divino.

Gli esercizi di respirazione nell’esicasmo

Poiché il mento appoggiato sul petto comprime la laringe, l’aria inalata si surriscalda e accende una fonte di calore nel petto. Questo fuoco, che non è quello ordinario della digestione, ha la capacità di bruciare le imperfezioni dovute all’ignoranza e alle identificazioni nonché i semi  subconsci delle azioni compiute nel passato e nelle vite precedenti.

Questa tecnica è molto simile a quella usata nello Yoga , conosciuta come  jālandhara bhandha, che consiste nell’occlusione della rete di canali sottili (nāḍī ), in particolare i due principali,  iḍā  e  piṅgalā , arrestando così temporaneamente sia l’agitazione motoria del corpo che l’inquietudine della mente.

Contrarre la gola e premere saldamente il mento contro il petto: questo legame  (bhandha ) , chiamato jālandhara, rimuove la senilità e la morte  (cessazione del ciclo delle rinascite) .

Quando il jālandhara bhandha è stabilizzato, caratterizzato dall’occlusione della laringe, la bevanda dell’immortalità non cade più nel fuoco del samsara e l’elemento dell’aria non è più agitato.

Con la contrazione della gola è possibile immobilizzare energicamente i due nāḍī.

[Haṭhayoga Pradīpikā , III. 70; 72-73.]

Mentre il praticante si dedica al controllo del respiro, punta gli occhi verso l’ombelico, per evitare che il potere intellettuale aspirato venga disperso.

Ogni iniziato riceverà una tecnica di controllo del respiro appropriata alle sue attitudini e caratteristiche individuali. E qui mi sento nuovamente in dovere di sottolineare la necessità della guida di un esperto. Questo per evitare sgradevoli inconvenienti causati da una pratica “fai da te”.

L’uso dei “centri sottili”

L’uso dei più nobili centri sottili (chakra per le discipline orientali) è parte integrante nel metodo dell’esicasmo. Il primo ad essere utilizzato in questo metodo è il centro frontale, che si trova tra la radice del naso e le sopracciglia (terzo occhio). È la sede dell’intelletto e della volontà. Sebbene questa sia la componente sottile più alta dell’individuo, anche l’intelletto è estremamente instabile e disperso. Ciò è dovuto al suo continuo esercizio di indagine sul mondo esterno e alla decisione su come reagire ai suoi stimoli incessanti.

Per calmare l’intelletto e guidarlo indietro verso l’esplorazione interiore è necessario un forte sforzo contemplativo. Una volta raggiunto il controllo su questo centro sottile per mezzo di preghiere purificanti, sarà necessario utilizzare l’invocazione del mantra sostenuta dal controllo del respiro, indirizzandola verso il cuore attraverso i seguenti due altri centri sottili.

Il secondo centro sottile si trova nella gola, tra la radice della lingua e la bocca della laringe. I pensieri prodotti dall’intelletto che scendono in questo centro si trasformano in parole. La fonte mentale delle emozioni è situata in questo centro, ed è qui che prende forma il pensiero meno riflessivo tipico dell’uomo comune. Mettere questo centro in uno stato di quiete è più difficile ed è possibile solo con l’aiuto dell’intelletto già calmato.

Il terzo centro è quello situato nella parte superiore del torace, dove il mento applica pressione durante l’invocazione. È il centro del silenzio e della solitudine, dove è possibile frenare l’attività incessante della mente. Qui, pensieri e sentimenti trovano una pausa nelle loro attività, tendendo a dissolversi spontaneamente.

Il quarto centro

Il quarto centro corrisponde al vertice del cuore. Qui, pensieri, emozioni e sensazioni raggiungono lo stato di perfetta pace  (hesykía ). In questo stato di unità non si può concepire nulla di estraneo. Il tempo si trasforma nell’esperienza del momento presente. E ‘in questo momento che si entra in contatto con il Divino e ogni attività dell’intelletto si ritira (Samadhi ).

È durante questo stato che i praticanti di esicasmo incontrano la natura Divina visualizzandola nei loro cuori.

Con il tuo respiro unisci la vigilanza e il nome di Gesù,  l’umiltà e lo studio incessante della morte. Entrambi possono conferire una grande benedizione.

[Sant’Hesychios]

Conclusione

Di fatto, l’esicasmo rappresenta la soluzione più naturale, più vicina e meno traumatica per quegli esoteristi nati nel mondo cattolico che cercano un’autentica connessione iniziatica con il Cristianesimo originale.

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