Nella nostra società, ogni azione che compiamo nasce da un’esperienza del passato e da un obiettivo nel futuro. L’esperienza passata e l’obiettivo futuro sono come i poli di una batteria che generano la differenza di potenziale necessaria per passare all’azione. Osserva tutto ciò che fai durante la giornata: vai a lavorare in previsione di gratificazioni future e per non dover più rimanere in bolletta come è accaduto in passato, vai in palestra per non essere più in sovrappeso come in passato e con l’aspettativa di fare colpo su qualcuno del sesso opposto, vai al cinema perchè ieri qualcuno ti ha consigliato quel film e con l’aspettativa di divertirti, vai in vacanza per smaltire lo stress dell’anno passato a lavorare e con l’aspettativa di fare incontri interessanti, fai meditazione per non essere più come eri in passato e con l’obiettivo di un’evoluzione spirituale.
Tutto ciò che fai è pianificato, progettato come un ponte per transitare da un evento passato ad un obiettivo futuro. Non ti accorgi che quel ponte scavalca il presente togliendoti l’unica possibilità di reale evoluzione. Non fai altro che progettare e costruire ponti allo scopo di unire tra di loro istanti passati e futuri. Prova a immaginare quanti ponti di questo genere hai costruito durante la tua vita; ne hai costruito anche uno per la realizzazione spirituale senza renderti conto che dall’alto di un ponte nessuno può realizzarsi. Ecco a cosa mi riferisco quando chiamo in causa l’Asparsa, lo yoga senza sostegni. Soltanto un salto nel vuoto senza cavi di sicurezza e senza punti di riferimento ti può salvare ora come ora. Come puoi meditare se alla tua mente sono applicati gli elettrodi in tensione di passato e futuro? Come puoi anche solo pensare di raggiungere la Consapevolezza se la tua idea stessa di Consapevolezza è condizionata dalle esperienze passate e dalle aspettative future?