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Reincarnazione e karma secondo la tradizione gnostica cristiana

Cristianesimo gnostico

In questo articolo vorrei rispondere ad una richiesta che mi è stata fatta tre o quattro volte negli ultimi tempi e dove mi si chiede di spendere qualche parola sul versetto 112 del Vangelo di Tommaso.

Si tratta di un versetto abbastanza strano, sorprendente per certi versi, quasi scioccante.

Questo versetto recita così: “Gesù disse: chi conosce il padre la madre verrà chiamato figlio della meretrice”.

È probabile che se andate a cercare il versetto su internet troverete una traduzione leggermente diversa, qualcosa del tipo: “chi riconosce il padre la madre verrà chiamato figlio di meretrice”.

In realtà, nel testo copto originale (il Vangelo di Tommaso è stato scritto in copto antico), la traduzione letterale è quella che vi ho dato io ora: “chi CONOSCE il padre la madre verrà chiamato figlio DELLA meretrice”.

Indra e il maiale

Per aiutarci a far risuonare meglio dentro di noi questo versetto vorrei raccontare una storiella della tradizione indù.

Si narra che un giorno Indra, il capo dei deva, stava guardando due maiali intenti ad accoppiarsi e rimase colpito sulla durata dell’orgasmo di questi animali.

All’improvviso Indra esclamò: “Caspita! Voglio anch’io sperimentare un piacere di

questo tipo, un orgasmo così lungo! Voglio incarnarmi nel corpo di un maiale…”

A queste parole tutta la congrega dei deva scattò in piedi allarmata e uno di loro disse:  “ma… Signore, perché volete fare una cosa simile? Lo sapete bene che incarnarsi in un corpo fisico è molto pericoloso. Rischiate di dimenticarvi tutto di voi stesso, chi siete, il rango che ricoprite qui nel regno divino, delle vostre mansioni…”

Al che Indra, un pochino seccato rispose: “ma cosa state dicendo? Io sono Indra, mica uno qualsiasi! Come vi permettete anche solo a pensare che non sarò in grado di gestire una banale reincarnazione nel corpo di un maiale!?”

E, presa la decisione, Indra si infilò nell’utero di una scrofa mentre era nell’atto di concepire i suoi cuccioli.

Passano i mesi, nascono i cuccioli e, tra di essi, c’era anche indra incarnato nel corpo di uno dei maialini.

Non dimentichiamoci che il tempo nel regno dei deva è diverso dal tempo sulla terra: un anno sulla terra equivale a un’ora nel regno divino. Per cui, mentre sulla terra passavano gli anni, nel regno dei deva passavano soltanto delle ore.

Al di là di questo i deva cominciavano ad essere preoccupati perché Indra non faceva ritorno, sembrava scomparso nel nulla. Infatti, si era talmente identificato con il corpo di quel maiale che mise su famiglia, si trovò una sua scrofa e fece una cucciolata di porcellini rosei, continuando a vivere felice e contento e grufolando nel fango della porcilaia.

A quel punto i deva, al culmine della preoccupazione, decisero di scendere sulla terra per salvare il loro capo da quella terribile situazione, così imbarazzante.

Ovviamente compresero che Indra si era dimenticato tutto di se stesso. Quindi tentarono di risvegliarlo attraverso uno shock e uccisero la sua scrofa e la sua cucciolata. Indra, in preda alla disperazione e al dolore cominciò a contorcersi e a rotolarsi nel fango ma senza dare il benché minimo segno di rinsavimento.

Allora i deva, di comune accordo, decisero di tentare la soluzione estrema: uccisero il corpo del maiale in cui Indra era reincarnato. Il dio uscì immediatamente dal corpo del maiale in preda a una grande confusione e disorientamento.

Sconvolto esclamò: “Accidenti amici miei, avevate ragione! Mi ero dimenticato completamente di me stesso!”

Chiese umilmente scusa alla congrega dei deva e tutti ritornarono nel regno divino felici e contenti.

Indra, incarnandosi nel corpo del maiale, si era dimenticato tutto! Si era dimenticato chi era, del suo lignaggio, del suo ruolo spirituale e di essere il capo dei deva.

Tutto ciò che nasce dal sesso è destinato a morire

Questa storiella, in qualche modo, ricalca lo stesso concetto esposto nel versetto 112 del Vangelo di Tommaso.

Tutto ciò che nasce dal sesso è destinato a morire. E per quanto riguarda l’esistenza umana, che è un’esistenza sospesa tra il regno dell’inconsapevolezza e il regno della consapevolezza divina, nascere da un rapporto sessuale significa non solo conoscere la morte ma anche essere sospinti dal karma. Significa venire immersi nell’oceano del samsara, quella parola sanscrita che indica il continuo divenire del mondo fisico.

Ed è curioso come nella nostra società sesso e morte siano due tabù. Quasi come se fosse proibito o indecente guardare attraverso questi due portali, l’uno d’ingresso a l’altro di uscita dal mondo materiale.

Quindi, tutto ciò che si reincarna sulla terra conoscendo il padre la madre, cioè attraverso un rapporto sessuale, è destinato ad essere in balìa di questo samsara.

La grande illusione

Nella tradizione esoterica cristiana il samsara viene raffigurato con la metafora della meretrice, ovvero la grande illusione. La grande illusione orchestrata dall’ego e dalla mente. Quell’illusione che ci porta a credere che si possa trovare la felicità nei beni materiali, nelle relazioni fisiche ecc.

Essendo soggetti al karma si è anche alla mercé di tutte le polarità del mondo fisico: gioia – dolore, paura – coraggio, vittoria – sconfitta e così via.

Essere figli della meretrice, nella tradizione esoterica cristiana, significa essere come burattini nelle mani di questa grande illusione che ci tiene in ostaggio. Nel momento in cui abbiamo una rinascita karmica sulla terra, una rinascita attraverso un rapporto sessuale, conosciamo il padre e la madre, conosciamo la polarità.

Nella tradizione gnostica cristiana, questo concetto viene utilizzato per distinguere la reincarnazione karmica dalla “rinascita in spirito”, ovvero quel processo di risveglio spirituale che avviene in seguito alla morte dell’ego (la seconda morte).

La meretrice, in questo versetto, rappresenta proprio la grande illusione, quella stessa grande illusione che è riuscita a far credere al dio Indra di essere un maiale a tutti gli effetti.

Addirittura il capo dei deva ne è rimasto vittima! Quindi immaginiamo la potenza di questa forza che riesce addirittura ad ingannare un dio: questa forza che ci tiene compressi all’interno del nostro corpo fisico, aderenti al nostro ego, facendoci vittime ignare di tutti i suoi inganni, di tutti i suoi trucchi e di tutti i suoi capricci.

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