L’ipnosi, abbinata a una serie di tecniche che abbiamo sviluppato in 20 anni d’esperienza presso lo studio di Torino, è senza dubbio un metodo efficacissimo per sconfiggere l’insonnia anche nei casi cronici o terminali.
Come avviare il meccanismo del sonno
Quando ero appena maggiorenne (quasi trent’anni fa) avevo una scassatissima Fiat Panda 30. Durante un inverno particolarmente rigido, la batteria rimase danneggiata dal gelo e non si ricaricava più bene.
Come tutti i ragazzi della mia età, anch’io avevo la tendenza a risparmiare ovunque potevo per salvaguardare il mio limitatissimo budget. E per evitare di acquistare una batteria nuova, per un certo periodo feci in modo parcheggiare sempre in discesa. Così potevo utilizzare la forza di gravità per avviare il motore. Per fortuna all’epoca vivevo in un paese premontano nei pressi del Lago d’Orta dove le discese non mancavano.
Nonostante la soluzione empirica, una volta avviata con lo spunto in discesa, la macchina svolgeva perfettamente il suo dovere.
Vi starete chiedendo che cosa c’entra questa storia con l’insonnia.
Molte persone sono convinte che per addormentarsi in breve tempo, la mente deve raggiungere uno stato di quiete. In realtà, nella fase iniziale del processo di addormentamento, la mente diventa più attiva – semplicemente in un modo diverso. E proprio come ero in grado di avviare la mia vecchia auto con l’aiuto della gravità, così anche chi soffre d’insonnia può avviare il processo di addormentamento – vediamo quindi di capire come funziona tale processo.
Cavalcare il ciclo del sonno
La caduta nel sonno, come l’innamoramento, è un processo inconscio che non può essere forzato. Non è possibile decidere quando e di chi innamorarsi; allo stesso modo non è possibile decidere di cadere addormentati a comando!
I processi inconsci sono cose che devono “accadere da sé”, anche se comunque è possibile adottare delle strategie per facilitarli.
Perciò, quando si effettua un trattamento dell’insonnia, la procedura consiste nel guidare la mente cosciente a farsi da parte per un po’ in modo che i necessari processi inconsci si verifichino.
Quando diciamo a qualcuno “cerca di dormire” equivale a dirgli di cercare d’innamorarsi.
Nel sonno si cade, non si entra a comando.
E’ interessante notare che alcune persone riferiscono una sensazione come di cadere durante le prime fasi dell’addormentamento. Questi movimenti improvvisi sono simili al “salto” che facciamo quando ci spaventiamo. Ma addormentarsi è qualcosa di più complesso di un semplice salto.
Dormire è un’attività
Il sonno non è un’entità mentale omogenea. Fino al 1950 si credeva che il sonno fosse una parte puramente passiva della nostra vita quotidiana. Ma ora sappiamo che durante il sonno il nostro cervello è molto attivo. In una notte tipica, viaggiamo attraverso almeno 4 fasi distinte oltre al sonno REM e al sonno profondo senza sogni. Per un adulto fisicamente e mentalmente sano, Il sonno REM (sonno con sogni) rappresenta circa il 20% dell’intero percorso. Ma c’è una cosa importante da considerare. Quando una persona è ancora cosciente, durante la primissima fase di caduta nel sonno (fase 1), spesso sperimenta rapidi sprazzi con frammenti di sogno.
Non si tratta di veri e propri sogni, ma una breve fase di “sogno leggero” che si manifesta durante il rilassamento che precede la caduta nel sonno. Infatti la fase di sonno con sogni (sonno REM) si attiva solo 70-90 minuti dopo l’addormentamento, ma questi piccoli frammenti di sogno compaiono mentre transitiamo dalla veglia verso i primi meandri del sonno.
Questi flash di immagini simili ai sogni compaiono nel momento in cui l’inconscio prende il sopravvento sulla mente cosciente (o sulle preoccupazioni). Ed è questo il processo che deve essere facilitato.
Ma come possiamo avviare il processo dell’addormentamento?
Comprendere le bizzarrie del sonno
Da bambini a volte ci veniva detto di contare le pecore, se non riuscivamo a dormire. L’idea era che contare pecore immaginarie sarebbe diventato così noioso che il sonno avrebbe preso il sopravvento.
L’idea in sé non è così male – ma la logica dietro di essa è sbagliata. Non è la noia che ci fa scivolare nel sonno, bensì l’atto di visualizzare. Immaginando le pecore, o qualsiasi altra cosa (non emotiva), non facciamo altro che simulare quell’esperienza di frammenti di sogno di cui abbiamo parlato nel paragrafo precedente. Mentre cadiamo addormentati, sperimentiamo rapidi e spesso bizzarri episodi sensoriali simili ai sogni. Questo è effettivamente uno stato di trance ipnotica naturale. Ed ecco la parte interessante.
Quando trattiamo i clienti che soffrono d’insonnia, tra le altre cose insegniamo loro ad entrare nelle fasi iniziali del sonno volontariamente. L’ipnosi rispecchia ciò che accade durante il sonno REM. L’immaginazione è attivata volutamente attraverso l’ipnosi, ma poi viene lasciata “correre da sé”, mentre facilitiamo il processo di addormentamento.
Molti clienti che ci vengono a trovare, si addormentano profondamente già in studio durante i trattamenti. Questo non ci sorprende nemmeno un po’. L’ipnosi rispecchia così bene il naturale processo di addormentarsi che, se una persona è già stanca o provata da lunghi periodi d’insonnia, il sonno diventa irresistibile.
Ricapitolando…
- Si cade addormentati; non possiamo forzare il processo. Ma siamo in grado di favorire l’insorgenza del sonno.
- Il sonno non è uno stato passivo, bensì una vera e propria attività. Tale attività può essere facilitata attraverso apposite tecniche abbinate all’ipnosi.
- Mentre cadiamo addormentati spesso sperimentiamo rapidi frammenti di sogno. Siamo in grado di avviare questo processo attraverso l’uso consapevole di visualizzazioni e altre esperienze sensoriali immaginarie.
- Siamo in grado di insegnare alle persone ad auto-ipnotizzarsi in modo da abituare la mente cosciente a farsi da parte .
Il sonno è la dinamo che ricarica la vita. E’ bene valorizzare questo meraviglioso aspetto della natura, non forzandolo, ma consentendo a noi stessi di cadere tra le sue braccia protettive e rigeneranti con semplicità.