Metti la tua mano sul tuo terzo occhio per pensieri amorevoli, sulla tua bocca per parole amorevoli e sul tuo cuore per azioni amorevoli.
Nel 1888 un uomo di nome Ramanujan nacque in una povera famiglia di brahmini nel sud dell’India. Divenne un matematico molto famoso. Non poteva studiare molto, ma il suo genio in matematica rimane ancora unico. Molti matematici famosi hanno guadagnato un nome grazie alla loro formazione e alla loro docenza. Ma Ramanujan, non era nemmeno laureato e non aveva nessun addestramento o formazione da parte di alcuno.
Con molta difficoltà ottenne un lavoro di segreteria ma, ben presto, si diffuse la notizia che aveva un talento incredibile in matematica. Qualcuno gli suggerì di scrivere una lettera al famoso matematico, il professor Hardy, dell’Università di Cambridge: il più eminente matematico di quei tempi.
Ramanujan non scrisse una lettera, ma risolse due teoremi di geometria e li mandò al professor Hardy. Hardy fu stupito di riceverli e non poteva credere che qualcuno così giovane potesse risolvere tali teoremi. Immediatamente scrisse a Ramanujan e lo invitò in Inghilterra.
Quando Hardy lo incontrò per la prima volta, sentì di essere come un principiante in confronto a Ramanujan nel campo della matematica. Il genio e le capacità di Ramanujan erano tali che non potevano essere dovuti ad abilità mentali, perché l’intelletto si muove molto lentamente, il pensiero richiede tempo, ma Ramanujan rispondeva fulmineamente alle domande di Hardy.
Oltre la mente umana
Non appena il problema veniva scritto sulla lavagna o esposto verbalmente, Ramanujan lo risolveva all’istante, senza alcun tempo di riflessione. Fu molto difficile per i grandi matematici capire come ciò potesse avvenire. Problemi che impegnerebbero un eminente matematico per ore, Ramanujan li risolveva in pochi istanti.
Si giunse alla conclusione che Ramanujan non rispondeva attraverso l’intermediazione della mente.
Non era molto istruito, in realtà aveva fallito negli studi; non c’era in lui nessun altro segno di abilità intellettuale ma, riguardo alla matematica, era sovrumano. Ciò che riusciva a fare con i numeri e le equazioni era qualcosa che andava oltre la mente umana. Morì quando aveva trentasei anni a causa della tubercolosi.
Quando era in ospedale, Hardy, insieme a due o tre amici matematici, andò a fargli visita. Come accadde, parcheggiò la sua macchina in un posto così che Ramanujan potesse vedere il suo numero di targa. Quando Hardy entrò nella stanza d’ospedale Ramanujan gli disse che la sua targa era unica: aveva quattro aspetti matematici speciali. Dopo di ciò, Ramanujan morì.
Hardy impiegò sei mesi per capire cosa intendesse Ramanujan, ma riuscì solo a scoprire tre dei quattro aspetti. Alla sua morte, Hardy espresse la volontà che il lavoro di ricerca su quel numero sarebbe dovuto continuare, per scoprire il quarto aspetto. Poichè Ramanujan aveva detto che c’era un quarto, doveva esserci. Ventidue anni dopo la morte di Hardy, il quarto fu scoperto. Ramanujan aveva ragione.
Vedere l’intero cielo
Ogni volta che iniziava a indagare su qualche problema matematico qualcosa cominciava ad accadere nello spazio intermedio tra le sue due sopracciglia. Entrambi i suoi occhi si giravano verso l’alto. Nello Yoga, quello spazio è descritto come il terzo occhio. Si chiama terzo occhio perché, se quell’occhio si attiva, è possibile vedere eventi e scene di mondi e dimensioni diverse nella loro interezza.
È come guardare fuori dalla tua casa attraverso un piccolo foro nella porta e, improvvisamente, quando la porta si apre, vedi l’intero cielo. C’è uno spazio tra le due sopracciglia dove c’è un piccolo spiraglio che a volte si apre – come nel caso di Ramanujan. I suoi occhi si alzavano al terzo occhio mentre risolveva un problema. Hardy non sarebbe mai stato in grado di capire questo fenomeno, né altri matematici occidentali lo avrebbero mai capito in futuro.
Ti parlerò di un altro evento in connessione con il terzo occhio.
Edgar Cayce
Edgar Cayce morì nel 1945. Quarant’anni prima, nel 1905, si ammalò, divenne incosciente e rimase in coma per tre giorni. I dottori avevano perso ogni speranza e dissero che non potevano trovare alcun modo per riportarlo alla coscienza. Pensavano che la sua incoscienza fosse così profonda che forse non ne sarebbe mai uscito. Tutte le medicine furono provate, ma non c’erano speranze di risvegliarlo.
La sera del terzo giorno, i dottori dissero che non potevano fare altro e che entro quattro-sei ore sarebbe morto o, se fosse sopravvissuto, sarebbe rimasto menomato nella mente perché, col passare del tempo, le delicate vene e cellule del suo cervello si sarebbero disintegrate. Ma Cayce improvvisamente cominciò a parlare anche se era in coma. I medici non potevano crederci: il corpo di Cayce era incosciente, ma stava parlando.
Disse che era caduto da un albero, che la spina dorsale era ferita, ed era per questo che era incosciente. Ha anche detto che se non fosse stato trattato entro sei ore, il suo cervello ne sarebbe stato colpito e sarebbe morto. Suggerì una medicina a base di erbe che avrebbe dovuto bere e disse che poi si sarebbe ripreso entro dodici ore.
I nomi delle erbe che aveva richiesto non erano probabilmente noti a Edgar Cayce e, all’inizio, i dottori pensarono che quello che stava dicendo era solo parte della sua follia. Perché le sostanze che aveva suggerito non erano indicate per curare una condizione come la sua. Ma poiché Cayce le aveva espressamente menzionate, pensarono di provarle comunque. Queste sostanze furono reperite e date a Cayce, il quale si ristabilì completamente entro dodici ore.
Lo sguardo rivolto al terzo occhio
Dopo essere tornato cosciente e quando l’episodio gli fu riferito, Cayce non ricordava di aver suggerito alcuna medicina del genere; non conosceva né i nomi delle medicine né le riconosceva. Ma questo evento nella vita di Edgar Cayce fu l’inizio di un’esperienza rara. Edgar Cayce divenne un esperto nel suggerire farmaci per malattie incurabili; curò circa trentamila persone durante la sua vita.
Qualunque prescrizione forniva aveva sempre ragione; senza eccezione, ogni paziente che provava le sue medicine guariva. Ma Cayce stesso non era in grado di spiegarlo. Poteva solo dire che ogni volta che chiudeva gli occhi per cercare un trattamento, entrambi gli occhi si rivolgevano verso l’alto, come se fossero tirati verso il centro delle sue due sopracciglia.
I suoi occhi si fissavano lì e dimenticava tutto. Suggerì alcuni meravigliosi rimedi, due dei quali meritano di essere citati.
Le guarigioni “impossibili”
Una donna della famiglia Rothschild era malata da molto tempo e nessun trattamento aveva sortito effetto. Poi fu portata a Edgar Cayce e, nel suo stato di incoscienza, suggerì una medicina. Chiamiamo il suo stato “incosciente” ma, quelli che conoscono questo fenomeno misterioso, direbbero che era pienamente cosciente in quel momento. Infatti, la vera incoscienza è quando non siamo nel terzo occhio.
Rothschild era un milionario, quindi poteva permettersi di cercare anche in capo al mondo quella medicina, ma non riuscì a trovarla. Nessuno poteva nemmeno dire se esistesse una medicina del genere. Gli annunci pubblicitari venivano inseriti su giornali internazionali per richiedere informazioni su quel composto.
Dopo quasi tre settimane un uomo svedese scrisse, dicendo che non esisteva alcuna medicina con quel nome, sebbene venti anni prima suo padre avesse brevettato una medicina simile senza mai produrla. Scrisse che suo padre era morto ma poteva inviare la formula. La medicina fu poi preparata e consegnata alla donna, che poi si riprese. Come poteva Cayce sapere di un farmaco che non era nemmeno disponibile sul mercato?
Il medico veggente
In un altro incidente, suggerì di nuovo una particolare medicina a qualcuno; furono effettuate ricerche senza trovarla. Un anno dopo un articolo apparve su un giornale che annunciava la disponibilità di quella medicina. Per quell’anno precedente era stata testata nei laboratori; non le era stato dato un nome, ma Cayce lo sapeva. La medicina fu data al paziente che si riprese presto.
Cayce a volte suggeriva farmaci che non potevano essere trovati, e così alcuni pazienti morirono. Quando gli fu detto questo rispose che non c’era niente che potesse fare. Disse: “Non so chi sta vedendo il paziente e sta parlando quando sono incosciente – Non ho alcuna relazione con quella persona”. Ma una cosa era certa, ogni volta che parlava in quello stato i suoi occhi erano rivolti verso l’alto.
Samadhi
Quando siamo nel sonno profondo, i nostri occhi sono rivolti verso l’alto in proporzione alla profondità del sonno. Ora, i ricercatori, stanno facendo molta sperimentazione sul sonno. Più sei nel sonno profondo, più in alto sono i tuoi occhi; più in basso sono gli occhi, maggiore è il loro movimento. Se i tuoi occhi si muovono molto rapidamente sotto le palpebre, stai avendo un sogno molto intenso.
Ora questo è stato dimostrato scientificamente attraverso esperimenti – che “il rapido movimento degli occhi, REM”, indica un sogno in pieno svolgimento. Più gli occhi sono bassi, maggiore è il REM; quando gli occhi diventano più alti, il REM si riduce. Quando il REM è zero, il sonno è più profondo. Quindi gli occhi rimangono fermi tra le due sopracciglia.
Lo yoga dice che nel sonno profondo raggiungiamo lo stesso stato che raggiungiamo in samadhi. Il luogo in cui gli occhi si fissano è lo stesso nel sonno profondo e nel samadhi.
Ho parlato di questi due eventi storici solo per indicare che tra le nostre due sopracciglia c’è un punto in cui cessa la vita mondana e inizia la vita delle altre dimensioni. Quel punto è una porta. Da questo lato della porta fiorisce questo mondo, e al suo interno c’è un mondo sconosciuto, soprannaturale.
Il terzo occhio e la vita precedente
Il punto della fronte corrispondente al terzo occhio, si trova da qualche parte sopra la metà delle due sopracciglia per la maggior parte delle persone, ma la sua posizione non è uguale per tutti. Se qualcuno ha meditato a lungo nelle sue vite passate, e ha avuto una piccola esperienza di samadhi, il suo terzo occhio sarà più in basso. Se non è stata fatta alcuna meditazione, quel punto si troverà più in alto sulla fronte.
Solo una persona che può mettere la mano sulla tua fronte e trovare il punto può dirti dove si trova.
Dalla posizione di quel punto, può essere determinato lo stato della tua meditazione nella tua vita passata; indicherà se qualche stato di samadhi ti è sopraggiunto nella tua vita precedente. Se ciò fosse accaduto spesso, il punto si troverebbe ancora più in basso; sarebbe allo stesso livello dei tuoi occhi.
Se quel punto è allineato con i tuoi occhi, allora con una piccola spinta puoi entrare in samadhi. In effetti la spinta può essere irrilevante; così, molte volte, quando qualcuno entra in samadhi senza una causa apparente, siamo sorpresi.
A volte basta poco
C’è una storia su una monaca Zen. Stava tornando con una pentola d’acqua sulla testa dopo aver recuperato l’acqua da un pozzo. Il vaso in qualche modo cadde e, in quella caduta, la donna raggiunse il samadhi, divenne illuminata. L’incidente sembra così insignificante: il vaso cade e si spezza – e il samadhi succede! Sembra che non ci sia alcuna connessione logica.
C’è un altro evento del genere, questo nella vita di Lao Tzu. Era seduto sotto un albero durante l’autunno e le foglie secche dell’albero stavano cadendo. Guardandole, Lao Tzu si illuminò. Non c’è alcuna relazione tra illuminazione e la caduta delle foglie, ma tali cose accadono quando, a causa del lavoro svolto nelle vite passate, il tuo viaggio spirituale è quasi completato e il punto del terzo occhio si è spostato verso il basso. Quindi, qualsiasi piccolo evento farà pendere la bilancia, e quel piccolo evento finale può essere qualsiasi cosa.
Quando il terzo occhio comincia ad aprirsi
Potresti non aver pensato a questo, ma se ti siedi con gli occhi chiusi e qualcuno, senza toccarti, avvicina un dito al punto tra i tuoi occhi, avrai la sensazione che qualcuno ti stia puntando il dito contro. Questa è l’esperienza del terzo occhio.
Quando il terzo occhio comincia ad aprirsi, dimentichi il corpo, la tua intera coscienza si cristallizza e si focalizza sul terzo occhio. È come mettere a fuoco i raggi del sole su un pezzo di carta con l’aiuto di una lente; si crea abbastanza calore per bruciare la carta. Quando i raggi del sole sono concentrati, viene prodotto il fuoco.
Quando la coscienza rimane diffusa su tutto il corpo, sta solo facendo il lavoro di portare avanti la tua vita. Ma quando diventa totalmente focalizzata sul terzo occhio, la barriera viene bruciata e la porta che consente di vedere il cielo interno viene aperta.
Mentre il punto continua a muoversi verso il basso, i metodi di meditazione dovranno essere cambiati.
Il centro della Volontà
Un altro aspetto del terzo occhio è che è il centro della forza di volontà. Nello Yoga è chiamato l’ajna chakra. Si chiama così perché ogni disciplina che abbiamo nella nostra vita è governata da esso; qualunque ordine e armonia ci sia nella nostra vita nasce da questo punto.
Cerchiamo di capirlo in questo modo … Tutti noi abbiamo un centro per il sesso, ed è più facile da capire attraverso il centro sessuale perché ne siamo tutti consapevoli; invece non siamo molto consapevoli dell’ ajna chakra. Tutti i nostri desideri nella vita nascono nel centro sessuale. Finché il centro sessuale non si attiva, non c’è desiderio sessuale. Tuttavia, ogni bambino nasce già con l’intero meccanismo per soddisfare il desiderio sessuale.
È strano che le donne nascano con tutti gli ovuli di cui potrebbero aver bisogno per l’intera durata della loro vita riproduttiva. Non un singolo nuovo ovulo può essere prodotto in seguito. Dal primo giorno della sua vita il numero di ovuli di una donna indica il numero potenziale di bambini che può dare alla luce.
Dopo che ha raggiunto la pubertà, ogni mese, le sue ovaie rilasciano un ovulo. Se si unisce con uno spermatozoo di un uomo, avviene il concepimento di un bambino. Quindi non vengono rilasciati più ovuli fino a quando l’embrione si sviluppa e fino a quando il neonato ha pochi mesi.
Il desiderio di sesso, tuttavia, non si pone finché il centro sessuale non diventa attivo. Finché quel centro è inattivo, anche se l’attrezzatura necessaria per il sesso è completa nel corpo, il desiderio sessuale non si manifesta. Quando si raggiunge l’età di tredici o quattordici, quel centro diventa attivo.
Ogni pensiero è attratto verso il suo centro relativo
Conosciamo questo centro perché non lo attiviamo noi ma ci pensa automaticamente la natura. Se la situazione fosse diversa, pochissime persone ne prenderebbero coscienza. Hai mai notato che anche se un solo pensiero sul sesso passa attraverso la tua mente, l’intero sistema riproduttivo diventa attivo?
Il pensiero sorge nella mente – lontano dal centro sessuale, ma il pensiero attiva immediatamente il centro sessuale. Ogni idea sul sesso viene risucchiata dal centro sessuale. Ogni pensiero è attratto verso il suo centro relativo.
Il centro del terzo occhio è il centro della forza di volontà. Cerchiamo di capire qual è la sua funzione.
Senza questo centro non c’è libertà
Le persone il cui ajna chakra non è attivato in questa vita, rimarranno schiave. Senza questo centro non c’è libertà. Sappiamo della libertà politica ed economica, ma queste libertà non sono reali – perché una persona che non ha forza di volontà, il cui ajna chakra non è attivato, resterà sempre schiava in un modo o nell’altro. Potrebbe liberarsi da una certa schiavitù ma diventerà schiava di qualcos’altro.
Non ha un centro di volontà per renderla proprietaria di qualcosa, non ha nulla di simile alla volontà. Non ha il potere di comandare se stessa; il suo corpo e i suoi sensi la comandano. Se il suo stomaco dice che ha fame, ha fame. Quando il suo corpo dice che è malato, si ammala.
Se il suo centro sessuale dice che ha bisogno di sesso, sorge il desiderio sessuale. Quando il suo corpo dice che è diventata vecchia, diventa vecchia. Il corpo comanda e lei obbedisce.
Ma non appena questo centro di volontà diventa attivo, il corpo smette di dare ordini e inizia a obbedire; l’intero accordo è invertito. Se una tale persona chiede al suo sangue di smettere di scorrere, lo farà; se chiede al suo cuore di smettere di battere, lo farà.
Può chiedere al suo impulso di cessare e lo farà. Una tale persona diventa padrona del suo corpo, mente e sensi. Ma senza l’attivazione dell’ ajna chakra, non può esserlo. Più ricordi questo centro, più diventi padrone di te stesso.
Esistono molti metodi per aprire il terzo occhio
La scienza dello Yoga ha fatto molti esperimenti per risvegliare questo centro. Se una persona cerca di ricordare questo centro ogni tanto, ci saranno grandi risultati.
Esistono molti metodi per sensibilizzare questo punto. Uno dei tanti è il famoso tilaka: il caratteristico cerchietto rosso in pasta di sandalo, detto anche “segno del vermiglio”, che si applica sulla fronte. Non si può usare qualsiasi sostanza per il tilaka; alcune altre sostanze, infatti, possono danneggiare gravemente la sensibilità di quel punto.
Ad esempio, le donne attaccano un punto colorato in plastica sulla fronte, ma i tilaka del mercato non hanno alcuna base scientifica. Non hanno nulla a che fare con lo Yoga e causano danni alla sensibilità del terzo occhio.
Ipnosi e terzo occhio
Un altro metodo per aprire il terzo occhio è l’ipnosi. Da millenni l’ipnosi è sempre stata la tecnica principe per facilitare l’attivazione dell’ajna chakra. Tutte le procedure mirate a produrre uno stato di trance, e quindi un’espansione della coscienza, sono riconducibili all’ipnosi.
Nella seconda metà dell’ottocento, un medico francese di nome Charcot, mise a punto un metodo molto semplice per innescare la trance. Questo metodo, che prese il nome di “tocco di Charcot”, si basa proprio sull’improvvisa stimolazione del punto sulla fronte corrispondente al terzo occhio. Il tocco di Charcot deve essere accompagnato da una speciale procedura per essere efficace, e consente di creare un’istantanea espansione di coscienza nei soggetti particolarmente dotati.
Anche nell’ipnosi moderna si ricorre spesso alla stimolazione del punto corrispondente al terzo occhio per approfondire l’interiorizzazione della coscienza.
Il terzo occhio ti riporta all’Unità
Al di là di questo, alcune cose devono essere considerate. Se l’ajna chakra può diventare sensibile e attivarsi, ciò porterà ad una maggiore integrità e dignità in te. Inizierai ad essere più integrato, intero; tutto dentro di te cessa di essere frammentato e diviso e tu diventi integro.
C’è una piccola differenza tra l’ajna chakra degli uomini e delle donne. Nelle donne, l’ajna chakra richiede un quantitativo di energia leggermente superiore per attivarsi, rispetto a quello di un uomo. Ecco perché Shankara parlava spesso di “temperamento maschile” per raggiungere l’illuminazione.
Solo quando la donna acquisisce un carattere indipendente e volitivo può attivare il suo ajna chakra. Una donna fragile e arrendevole, che si dona spesso a uomini dominanti e aggressivi, difficilmente può attivare l’ajna chakra.
Le due parti del cervello
Dirò qualche altra cosa sull’ajna chakra che sarà utile. La linea tracciata dall’ajna chakra divide il cervello in due, a destra e a sinistra. Il cervello inizia da quella linea. Le ricerche dimostrano che metà del nostro cervello non è utilizzato; le persone più intelligenti tra noi – i nostri geni – usano anch’essi solo metà del cervello e la metà rimanente è inutilizzata e non sviluppata.
Scienziati e psicologi sono perplessi sul perché sia così. Anche se quella metà del cervello viene rimossa chirurgicamente, tutto continua a funzionare normalmente; la persona non saprà nemmeno che metà del suo cervello è mancante. Ma gli scienziati sanno che la natura non crea nulla inutilmente. Potrebbe esserci un errore nel cervello di una persona, ma non nel cervello dell’intera umanità!
Lo yoga sostiene che questa metà del cervello si mette in funzione solo dopo che l’ajna chakra si attiva. Una metà del cervello è collegata con i centri sotto l’ajna chakra e l’altra metà è collegata con i centri sopra l’ajna chakra. Quando i centri sotto l’ajna chakra lavorano, il lato sinistro del cervello si mette in funzione. Quando i centri sopra di esso iniziano a funzionare, si attiva il lato destro del cervello. Finché non c’è esperienza delle attività di quell’altra metà non può esserci alcuna concezione di essa.
Ventimila anni di storia
Questa è l’intuizione dello Yoga. Tali intuizioni non sono venute alla luce solo dalla recente esperienza, ma sono note da almeno ventimila anni. Non si può fare affidamento su alcuna conclusione raggiunta dalla scienza, perché ciò che la scienza crede essere vero, oggi può essere smentito entro sei mesi.
Ma queste intuizioni dello Yoga sono confermate dall’esperienza di almeno ventimila anni. Abbiamo l’illusione che la nostra sia la prima civiltà, ma molte civiltà umane sono apparse prima della nostra e sono svanite. Molte volte prima di noi l’uomo raggiunse le stesse altezze o il più alto progresso scientifico, ma quelle civiltà si auto distrussero.
Fulcanelli
Nel 1924 nacque in Germania un centro di ricerca sull’energia atomica. Una mattina, un personaggio misterioso, tale Fulcanelli, andò all’istituto e consegnò un messaggio scritto alle autorità del centro. Nella lettera aveva scritto: “Io e pochi altri conosciamo certi fatti sulla scienza atomica e sui suoi fondamenti. Vi scongiuro di non andare avanti con la vostra ricerca perché, prima della nostra civiltà, molti altri si sono distrutti attraverso ordigni atomici. È meglio interrompere qualsiasi ulteriore ricerca”.
Le autorità fecero numerosi sforzi per rintracciare lo scrittore, ma senza successo.
Nel 1940 c’era un grande scienziato in Germania, Heisenberg, che aveva lavorato allo sviluppo di energia atomica. Ancora una volta, la stessa persona, Fulcanelli, andò a casa sua, porse un biglietto al suo maggiordomo e poi se ne andò. La nota conteneva lo stesso messaggio, e di nuovo l’autore non fu rintracciabile.
Nel 1945, quando sganciarono la bomba atomica su Hiroshima, Fulcanelli inviò una lettera a tutti e dodici gli scienziati che avevano contribuito a fabbricare l’ordigno. La lettera diceva loro che comunque non era troppo tardi per fermare un ulteriore sviluppo del lavoro; altrimenti, un altro passo avanti sarebbe stato fatale.
Oppenheimer, che era il più grande scienziato nucleare americano e aveva contribuito molto alla realizzazione della bomba atomica, rassegnò immediatamente le dimissioni dal comitato nucleare dopo aver ricevuto questa lettera e rilasciò una dichiarazione dicendo: “Abbiamo sbagliato”. Ma ancora una volta questo Fulcanelli non fu rintracciabile. Ciò che Fulcanelli stava dicendo è molto probabile: precedenti civiltà hanno giocato con certe energie e si sono distrutte.
Cosa c’è oltre questa vita mondana?
Le intuizioni dello Yoga si sono evolute nell’arco di ventimila anni; storicamente, i calcoli per un periodo di ventimila anni sono abbastanza chiari. Se vuoi studiare la giovinezza di un uomo, devi studiare quella di dieci, perché ciò che è vero per un uomo potrebbe non essere vero per tutti gli uomini. Lo studio di una singola persona e un singolo evento non sono abbastanza conclusivi da soli. Ecco perché ho detto che la storia di ventimila anni è abbastanza chiara.
Lo yoga ha mantenuto per ventimila anni questa conoscenza: se vuoi sapere cosa c’è oltre questa vita mondana devi attivare quella metà del cervello che è stata dormiente e inattiva. Se vuoi sapere qualcosa sull’assoluto, ciò che è al di là della materia, quell’altra metà del cervello dovrà essere attivata.
La porta a quella metà del cervello è il luogo dell’ajna chakra. Quel punto è la posizione esterna e corrisponde al centro interno, che è profondo circa 4 cm all’interno della fronte. Quel punto profondo, quel centro, dà un’intuizione che è al di là del mondo della materia e del desiderio.
Prima ho parlato di Edgar Cayce che dava prescrizioni mediche mentre era in trance. Era l’unico caso del genere nel mondo occidentale ma, nelle culture sciamaniche e mistiche del resto del mondo, la gente chiedeva consigli medici solo a coloro che erano in grado di entrare in trance.