La nostra “autostima” è un’illusione molto delicata.
Siamo così decentrati quando si tratta di individuare l’origine della nostra autostima, che la più piccola realizzazione di un’imperfezione in noi stessi può far emergere tutti i tipi di insicurezze.
Quando una persona inizia a lavorare con la propria anima, comincerà l’esplorazione di sé per ottenere energia, vitalità e chiarezza. Tuttavia, noterà anche lo ‘shock’ di vedere i suoi sé inconsci e la sua profonda frammentazione interiore (ad esempio: tutte le sub-personalità).
Queste contraddizioni dentro di noi che parlano di chi siamo veramente, al di là del condizionamento sociale e culturale della nostra vita, possono anche essere inquietanti. Se dovessimo scoprire e diventare consapevoli di tutte queste contraddizioni contemporaneamente, lo shock sarebbe così grande che molto probabilmente diventeremmo pazzi.
Il nostro cervello ha una capacità limitata di elaborare tutte le informazioni intellettuali e sensoriali che incontriamo in un dato momento, e per questo esiste la mente inconscia. In sostanza, la mente inconscia è un “buffer” psicologico: una parte del cervello che memorizza tutte le informazioni che la mente cosciente non è in grado di gestire.
La mente inconscia funziona come un ammortizzatore e in psicologia questo è noto come “meccanismo di difesa”. Ci sono un’infinità di meccanismi di difesa in atto in noi in un dato momento. Quelli che citerò di seguito sono solo alcuni dei più comuni che ho osservato nelle nostre pratiche:
Spettatore innocente
Uno dei maggiori ostacoli nel percorso di crescita personale di qualcuno è ingannare se stessi pensando di non aver fatto nulla di male. Molte persone vivono nella negazione o nell’evitare di esplorare se stesse, per risparmiarsi l’onere di riconoscere correttamente i loro tratti e abitudini più sgradevoli.
“Il mondo è incasinato ma io non sono minimamente responsabile di ciò” è la loro visione di base della vita. Si rifiutano di vedere l’interconnessione tra le loro azioni, il loro stile di vita e il mondo esterno che li circonda.
Critico innocente
Questo meccanismo di difesa è molto simile allo “spettatore innocente”, con la differenza che l’evitamento della responsabilità avviene criticando attivamente il mondo e le persone. Criticare è il nostro modo di ribellarci alla società e di voler trovare una via d’uscita, di voler essere al di fuori del “branco”, pur provando un senso di falsa partecipazione.
Il pensiero critico è uno strumento necessario nell’auto-crescita di qualsiasi persona. Ma molti usano il pensiero critico come modo per potenziare il loro ego, per sentirsi più intelligenti del “branco” che non si è reso conto di ciò che il critico ha capito. Sfortunatamente, notare cosa c’è che non va, nello stato delle cose nel mondo, non è sufficiente se non si applica attivamente una soluzione al problema .
Soppressione
Senza dubbio, un grande ostacolo nel vivere una vita appagante al massimo delle tue potenzialità è la tua incapacità di essere autentico con te stesso (è l’elemento chiave dell’amore di sé ). Troppo spesso viviamo con una tensione interiore di desideri dominanti che temiamo siano socialmente inaccettabili. Magari ti piace un film o una canzone che sai che ai tuoi amici non piace, o forse sei attratto da qualcuno che tutti disapprovano, quindi sopprimi quella sensazione.
La soppressione non farà sparire il sentimento. Infatti, ciò che accade, è che potresti essere così bravo a sopprimere i sentimenti che la tua mente inconscia creerà una sub-personalità conflittuale per assecondare questo tuo intento
Alla fine, il meccanismo inconscio di difesa della “soppressione” ti protegge dal provare confusione. Ma, al contempo, crea confitto e tensione dentro di te. La soppressione non solo ostacola la tua crescita personale, ma può anche contribuire alla repressione emotiva, psicologica e fisica causando una serie di malattie.
Repressione
La repressione si differenzia dalla soppressione in un modo importante. Mentre la soppressione è inizialmente un processo consapevole di avere un desiderio e imparare a evitarlo o ignorarlo, la repressione è un processo completamente inconscio.
Ad esempio, potresti aver avuto un’esperienza traumatizzante da bambino che ha inconsciamente influenzato i tuoi sentimenti verso qualunque cosa fosse coinvolta. Questo meccanismo di difesa inconscia serve sostanzialmente a proteggerti dal provare dolore o altre emozioni difficili legate ai ricordi di ciò che viene represso.
A volte, le credenze religiose o il condizionamento sociale possono essere così forti che i desideri che sarebbero normalmente soppressi consapevolmente (come ad esempio la sessualità), vengono automaticamente repressi inconsciamente. Non ti rendi nemmeno conto di quali fossero esattamente i desideri del tuo autentico sé originale, e questo ti rende completamente fuori dal contatto con il tuo vero sé. Questo meccanismo di difesa che si auto-nega rende molto difficile imparare e coltivare l’amore di sé.
Estremi reattivi
Questo è qualcosa che si osserva un po’ ovunque. La natura della mente inconscia è che richiede certezze assolute – deve vedere il mondo in bianco o nero. Non c’è grigio o “via di mezzo”.
Molte persone, che hanno avuto un’educazione religiosa molto severa, ad esempio, invecchiano e diventano disilluse dalle idee dogmatiche che sono state loro insegnate. Queste persone inconsciamente trovano il nichilismo un’opzione molto interessante e diventano fanatici sostenitori dell’anti-spiritualità, quasi dogmaticamente. Un altro esempio di estremo reattivo è la persona che ha difficoltà a trattare o comprendere gli altri e, come reazione, decide di diventare un eremita e di vivere in totale solitudine.
Vittima senza colpa
Sono sicuro che tutti abbiamo incontrato una vittima arrabbiata con la vita, qualcuno che incolpa le altre persone o il mondo per le sue difficoltà. Ma tutti usano la colpa come meccanismo di difesa in una certa misura . In verità, ciò da cui ci difendiamo è la nostra responsabilità di affrontare l’esperienza spiacevole che ci è stata data.
Indulgere nella colpa è rinunciare alla responsabilità personale e delegarla mentalmente a qualcun altro, convincendoci che non siamo responsabili dello stato della nostra vita. E deleghiamo tale responsabilità a qualche “forza esterna”. Il meccanismo della vittima ci impedisce di vedere chiaramente come stiamo contribuendo alla nostra sofferenza.
In sostanza, la vittima irreprensibile è uno dei più accaniti protettori del nostro ego. Ci fa sentire che non stiamo mai deludendo n oi stessi, o che ci manca la maturità o la forza per venire a patti con la realtà delle situazioni in cui ci troviamo. Qualunque cosa sia successa non è la prova della nostra inadeguatezza, ma di quella di qualcun altro.