Lo schema di rigidità è una specie di prigione mentale in cui una persona si rinchiude da sé. E, all’interno di questa prigione, il soggetto si sente relativamente al sicuro: dalle proprie emozioni, dal rischio di commettere errori, di essere rifiutato da qualcuno, di essere giudicato, di essere ferito nell’orgoglio, di perdere il controllo su cose, persone, situazioni ecc.
E’ ovvio che più la cella di questa prigione è piccola, più si riduce la libertà di scelta che il soggetto ha nelle varie situazioni della vita quotidiana. Teniamo comunque presente che il vero problema non è tanto lo schema ma la libertà di manovra che io ho in relazione a tale schema. Ovvero se i o ho conservato o meno la chiave della cella per poter uscire quando voglio.
Faccio un esempio: se io non VOGLIO essere disordinato non ho nessun problema; ma se io non POSSO essere disordinato se no sto male e se vedo un quadro storto lo devo subito raddrizzare altrimenti vado in ansia, allora, in questo caso, sono prigioniero di uno schema di rigidità.
Con opportune tecniche ed educando la persona a sfidare poco a poco questi schemi nella vita di tutti i giorni, possiamo sbloccare le porte della prigione in modo che il soggetto sia libero di entrare e uscire quando vuole dai propri schemi.
Questo si traduce subito in un miglioramento a 360 gradi della qualità della vita e la persona impara a vivere meglio le proprie emozioni. Mettendosi al sicuro da tutte quelle conseguenze, anche serie, causate dalla repressione delle emozioni tipica degli schemi di rigidità.