Le osservazioni che seguono sono scritte nell’intento di rispondere alle numerosissime lettere e richieste di informazioni che ricevo abitualmente da parte di persone che desiderano avvantaggiarsi degli effetti benefici dell’ipnosi regressiva: sia per risolvere situazioni di blocco emotivo, sia per investigare su esperienze particolari apparentemente inspiegabili.
Innanzitutto vorrei nuovamente ribadire due concetti fondamentali che non mi stancherò mai di sottolineare. Il primo è che l’ipnosi non è una forma di sonno e che un soggetto in ipnosi non perde conoscenza. Al contrario, l’ipnosi è una potente forma di focalizzazione mentale sulle illimitate risorse dell’inconscio. La maggior parte delle cose che si vedono nei film, negli spettacoli di intrattenimento o nei casi di “furti e rapine con destrezza” non hanno nulla a che fare con l’ipnosi e nelle mie conferenze spiego sempre cosa c’è realmente dietro a queste fenomenologie. Il secondo è che tutta l’ipnosi è in realtà AUTOIPNOSI. Nessun essere umano può essere ipnotizzato senza che egli abbia la piena volontà di entrare in una trance. Nelle sessioni di ipnosi ciò che fa l’operatore non è altro che guidare il soggetto nell’ auto ipnotizzarsi.
Detto ciò veniamo all’istanza più discussa riguardante l’ipnosi regressiva e cioè le cosiddette “vite precedenti”. Allo stato attuale delle ricerche non vi è ancora prova scientifica certa che il materiale emotivo che spesso emerge durante le sessioni di ipnosi regressiva appartenga effettivamente a vite precedenti realmente vissute. Vi sono alcuni indizi più a favore che contro come ad esempio i casi di xenoglossia o la descrizione dettagliata di luoghi che il soggetto non ha mai visitato. Tali indizi però non possono ancora essere assunti a prove scientifiche. Inoltre, alla luce delle ultime teorie della fisica sulla presunta natura olografica dell’universo, sarebbe più corretto parlare di vite parallele e non precedenti. Tuttavia rimane il fatto incontrovertibile che l’accesso a ricordi di una vita precedente o parallela, reale o immaginaria che sia, porta sempre dei benefici al soggetto che vi accede, a condizione che tali ricordi vengano poi elaborati nella giusta maniera.
Un’altra questione sull’ipnosi regressiva che sta suscitando parecchio interesse negli ultimi tempi riguarda le famose adduzioni da parte di entità aliene. Anche in questo caso non abbiamo prove scientifiche certe sulla realtà oggettiva di tali fenomeni. Anche in questo caso esistono più indizi a favore che contro come ad esempio il rilevamento di microimpianti chirurgici di origine sconosciuta che compaiono nelle lastre radiografiche o nelle TAC di alcuni soggetti. Oppure la notevole quantità di particolari comuni alle esperienze descritte da centinaia di soggetti che non si conoscono tra di loro. Al di là di questo rimangono comunque le statistiche inconfutabili sui notevoli benefici di cui un soggetto gode nel momento in cui prende consapevolezza di queste esperienze (reali o immaginarie che siano) attraverso l’ipnosi regressiva.