Questo articolo è una chiamata ad abbandonare le definizioni e a concentrarsi di più sull’essenza delle cose? Forse. Ma 5 parole sono ormai diventate così comuni e sovra dosate nella scrittura spirituale, che penso dovremmo fermarci a guardarle con un occhio più attento.
Queste parole, infatti, se non adeguatamente comprese, possono inconsapevolmente portare i loro utilizzatori a rafforzare l’ego negativo. Usate senza cura, agiscono come cavalli di Troia, portando in sé i semi del giudizio e della separazione: tutte cose che la spiritualità dovrebbe sanare e non certo accentuare.
Non intendo lanciare rimproveri agli scrittori che le usano; ne faccio spesso uso anch’io. Considera perciò questo articolo come un invito a tutti noi ad essere un po’ più oculati nell’uso delle parole. Il linguaggio è, dopo tutto, una finestra nella nostra coscienza, attraverso la quale possiamo intravedere le nostre ombre.
Ascensione
Ho iniziato a leggere questa parola dappertutto, anche dove non c’entra nulla con il contesto. “Ascensione” sembra essere diventata il sostituto New Age per “illuminazione”.
C’è qualcosa in questo, però, che spesso suggerisce una sorta di “elevazione” – essere “più in alto” e quindi superiore ad altri. Ma l’ascensione non è un mezzo per misurare come ti confronti con qualcun altro. Questo atteggiamento comparativo invita il tuo ego a considerarsi superiore, quando in realtà stai grossolanamente giudicando un altro essere umano riguardo a dove si trova sul suo cammino.
L’orientamento verticale del termine si presta anche a un senso di progressione verso l’alto, come se ti stessi diplomando da un anno scolastico all’altro (o peggio, sollevato dal pianeta in una sorta di “rapimento”). “Ascensione” non è affatto quel tipo di processo. In realtà descrive l’andare verso l’interno più che verso l’alto: ti immergi all’interno per eliminare strati di false credenze ed energia emotiva irrisolta, un processo che può, spesso, durare tutta una vita.
Ogni volta che l’ascensione inizia ad assumere queste qualità, devi interpretarla come un segnale per fare un passo indietro e spegnere i focolai di giudizio su te stesso e sugli altri.
5 D
Questo termine è spesso usato come abbreviazione di “ascensione” per descrivere un mondo di esseri risvegliati che comprendono la loro divinità e tutti gli aspetti che derivano da quella connessione – intuizione, guarigione e manifestazione (un’altra parola che per poco non entrava anch’essa in questa lista). La “D” sta per dimensione.
Viene utilizzato in contrasto con “3D”, che descrive la dimensione coscienziale in cui dimora la stragrande maggioranza dell’umanità con una comprensione più convenzionale di cosa significa essere umani.
Ogni volta che le persone usano i termini 5D o 3D, mi chiedo se abbiano anche solo una vaga idea di ciò a cui si riferiscono. Troppo spesso, sembra che le persone stiano rigurgitando ciò che in realtà hanno sentito dagli altri sui social media, accettandolo per buono e senza fare le dovute verifiche.
Trovo anche che molte persone lo usino come un modo per prendere le distanze da chi non si è ancora risvegliato, come a dire “quella persona è così 3D!” Questo, a sua volta, porta a bypassare la nostra realtà attuale e il vero significato su come sia vivere in un mondo 5D. La gente comincia a chiedersi dove si trova su una scala di “ascensione” e teme di essere tornata al 3D.
La verità è che se non ti sbarazzi dei concetti, costrutti e credenze che fanno parte della nostra attuale coscienza di massa, non potrai mai sapere che aspetto ha un mondo illuminato. Ogni volta che inizi ad arrabbiarti per le dimensioni, è un promemoria per coltivare più senso di umiltà e diffondere più amore e compassione nel mondo.
Frequenza vibrazionale
È stato versato così tanto inchiostro sulla “frequenza vibrazionale” che questa frase a volte mi fa rabbrividire. In parte è perché alcuni autori la usano come se l’avessero coniata e stessero rivelando qualcosa di nuovo al mondo.
Chiariamo quindi che già da migliaia di anni si sa che la creazione parla il linguaggio delle frequenze. Soprattutto che non vibriamo ad una singola frequenza. I nostri chakra e corpi sottili sono pieni di energia emotiva irrisolta, di questa vita e delle vite passate. Quando ti risvegli e inizi a guarire, strati su strati emergono per la risoluzione (vedi ascensione). Tutta questo materiale energetico vibra a frequenze diverse.
Questa frequenze, a loro volta, formano un “accordo” consono al modo in cui ti relazioni al momento presente, specialmente quando emerge un nuovo livello. Sei allineato con il momento presente accettando completamente ciò che sta sorgendo? O lo stai giudicando per la sua inadeguatezza, o ti preoccupi di ricadere in una “vibrazione bassa”? In questo modo, puoi vedere che ciò che chiami la tua “frequenza” fluttua continuamente.
Ogni volta che inizi a preoccuparti della tua frequenza o giudichi gli altri per la loro, è un promemoria che ogni momento offre una scelta su come relazionarti con il presente.
Tribù
La parola sa di appropriazione culturale dalle tradizioni dei nativi americani (uno dei lati oscuri del mondo spirituale). Usarla tradisce colloquialmente una mancanza di conoscenza delle origini e della storia della parola .
Questo termine si presta facilmente anche quel tipo di opposizione binaria tanto cara al nostro ego: noi contro loro.
Comprensibilmente, tutti noi vogliamo sentire di appartenere, e quindi siamo spesso alla ricerca di una comunità. Vogliamo entrare in contatto con coloro che ci forniscono supporto piuttosto che critiche. Cerchiamo una sorta di convalida e una visione condivisa della vita.
Ma gli autori spirituali spesso usano “tribù” con un senso di esclusione, sinonimo di “club”, che suggerisce che o sei dentro o sei fuori. Avere una comunità è meraviglioso, ma dovremmo essere cauti nel tracciare i confini in base a chi pensiamo possa farne parte. Altrimenti, corriamo il rischio di ricreare lo stesso meccanismo di esclusione a cui abbiamo cercato di sfuggire cercando una comunità spirituale.
Inoltre, è diventata la più coatta delle parole in questo elenco, essendo stata utilizzata da così tanti operatori di marketing su Internet. Quindi, ogni volta che ti senti incline a usarla, fermati e considera che potrebbe essere arrivato il momento di ammorbidire il senso di esclusività.
Sovranità
Questa è la parola du jour nei circoli spirituali.
Descrive la verità che sei un aspetto di Dio, sei il Divino manifestato nella forma. Hai il libero arbitrio e sei intriso del potere creativo per plasmare la tua vita. Sottolinea la tua connessione intrinseca con il Divino, il tuo potere di manifestare e il tuo potere di scelta finale in ogni momento.
Sfortunatamente, l’affermazione “Io sono Dio” è facile da distorcere per l’ego in un modo che suggerisce che sei in qualche modo più divino del resto del mondo. Scusa, ma non sei l’unico ad essere sovrano. Così sono tutti gli altri.
Ho sentito persone usare la sovranità come un modo per giustificare la loro totale inabilità di comprendere dove finisce la loro libertà e dove inizia quella degli altri. Utilizzata in questo modo, la “sovranità” diventa una forma di aggiramento che elude la verità che siamo in co- creazione l’uno con l’altro. La tua libertà e capacità di creare coinvolge sempre la libertà e la capacità di creare di altre persone, e ognuno funge da nostro specchio.
Ovviamente hai il diritto di agire in quel modo. Dopo tutto, la scelta è tua. Tuttavia, ciò non significa che ogni scelta che fai sia ispirata divinamente. A volte è la tua ombra che recita.
Quando la sovranità inizia ad assumere queste qualità, è un promemoria per tornare al tuo cuore in modo che tu possa vedere il divino ovunque guardi.
Tirando le somme
Non intendo suggerire che non possiamo usare termini spirituali o avere un gergo specializzato. Dopo tutto, le nostre parole sono strumenti di creazione. Nel creare nuovi mondi, cerchiamo nuove parole. Questi termini riflettono il desiderio di trovare un linguaggio per un mondo che riconosca ciascuno di noi come divino.
Ma dovremmo essere cauti sul fatto che quando li usiamo, potremmo cercare di contrassegnarci come diversi, persino speciali, dal resto dell’umanità. Evitiamo quindi di camuffare una vecchia coscienza con nuovi vestiti. Questo è un modo in cui l’ombra ama nascondersi.
Il rischio è che dimentichiamo la verità ultima: siamo tutti uno. Quindi, quella persona che pensi sia intrappolata in 3D, con una bassa frequenza vibratoria, che non sta ascendendo e che non capisce la sovranità – anch’essa fa parte della tua “tribù”, e potrebbe essere solo a una passo dal risveglio.