La regressione a vite precedenti va di pari passo con il concetto della reincarnazione. Questo è un principio che ha evocato una varietà di reazioni nel mondo occidentale, dalla ridicolizzazione alla condanna. Essenzialmente reazioni basate sulla paura nei confronti di qualcosa di sconosciuto e facilmente fraintendibile. È interessante notare che, sebbene pubblicamente le persone possano scherzare sulle vite precedenti, milioni di persone hanno letto libri sull’argomento della reincarnazione e altrettante hanno avuto esperienze dirette nell’evocazione di vite passate.
Non c’è davvero nulla da temere dal concetto di reincarnazione. Oggi più della metà della popolazione mondiale sposa questo principio, per una buona ragione. C’è un grande senso di serenità che deriva dal sapere che le parti più profonde di noi stessi esisteranno sempre, che siamo molto più del nostro attuale corpo fisico e che abbiamo molte opportunità di padroneggiare l’esistenza umana e imparare dalle esperienze che viviamo nel mondo terreno. Per molte persone, l’idea ha senso.
Il Cristianesimo primitivo abbracciava la reincarnazione
Perché le religioni cristiane sembrano così categoriche nel’opporsi al concetto di reincarnazione? A quanto pare, questo atteggiamento è un allontanamento dalle origini del cristianesimo. Da nessuna parte nella Bibbia viene ripudiata la reincarnazione, infatti sembra essere un concetto che Gesù e i suoi seguaci davano praticamente per scontato. Gesù stesso parla di Giovanni Battista come del ritorno di Elia (Matteo 11:14 e 17:11, Marco 9:11-13). Dobbiamo perciò guardare allo sviluppo della Chiesa cattolica romana e alle sue dottrine per capire come il concetto di reincarnazione abbia perso favore nella tradizione cristiana.
Il Concilio di Nicea bandisce la reincarnazione
I primi 300 anni dopo la morte di Gesù, ci furono molte variazioni della dottrina cristiana mentre la nuova religione si diffondeva in tutto l’Impero Romano. Si svilupparono un certo numero di fazioni, alcune pro e altre contro, e le fazioni erano spesso in conflitto. Nel tentativo di consolidare il suo fatiscente impero romano, l’imperatore Costantino nel 325 d.C. offrì il suo sostegno ufficiale ai cristiani se avessero risolto le loro divergenze e stabilito un insieme unificato di dogmi. Il risultante Concilio di Nicea mise insieme le fondamenta della Chiesa cattolica romana e stabilì una nuova dottrina, dalla quale fu estromessa la reincarnazione. I cristiani sono stati successivamente istruiti ad abbandonare qualsiasi principio spirituale che non fosse coperto dalla dottrina ufficiale.
Tuttavia, la fede nella reincarnazione non scomparve facilmente e di fatto continuò per secoli dopo. All’inizio del XIII secolo, il Papa lanciò una crociata contro i Catari, una setta cristiana ”reincarnazionista” in Italia e nel sud della Francia, e li spazzò via completamente. Questo, e la conseguente Inquisizione spagnola con la sua fatale intolleranza per qualsiasi deviazione dalla rigida dottrina della chiesa, fu drammaticamente efficace nel costringere i cristiani a rinunciare alla loro fede nella reincarnazione, almeno pubblicamente.
Le 108 reincarnazioni umane
Vediamo ora nel dettaglio cosa dicono gli insegnamenti del Cristianesimo esoterico sul principio della reincarnazione. Secondo la tradizione, quando un’anima inizia ad incarnarsi in un corpo umano, ha a sua disposizione 108 incarnazioni (corrispondenti a 108 morti e 108 rinascite, 9 per ogni segno dello zodiaco).
Durante queste 108 incarnazioni umane, l’anima ha il compito di risvegliarsi, trascendendo la dualità e le illusioni della mente e dell’ego, per ritrovare la consapevolezza della sua natura divina. Chi non riesce a risvegliarsi in questo lasso di tempo, sarà condannato, dal suo stesso karma, ad abitare nei regni dimensionali più bassi per un lungo periodo ed affrontare la cosiddetta “seconda morte”. Qui l’anima attraversa un processo di purificazione al termine del quale dovrà ricominciare daccapo il suo cammino evolutivo. Dovrà tornare sulla terra iniziando dal regno minerale, poi vegetale, quindi animale e, infine, riceverà 108 nuove opportunità di risvegliarsi attraverso un’incarnazione umana.
Alcuni possono precipitare nelle dimensioni più basse anche prima della loro centottesima reincarnazione. Si tratta di coloro che, durante le reincarnazioni umane a disposizione, commettono azioni particolarmente malvagie e violente sia verso se stessi che verso gli altri.
Responsabilità personale per la tua evoluzione spirituale
Perché la chiesa primitiva ha condannato così duramente la reincarnazione, che tanti primi cristiani accettavano? La verità era che la reincarnazione minava l’autorità e il potere della chiesa in via di sviluppo. Un credente nella reincarnazione si assume una maggiore responsabilità personale per la propria evoluzione spirituale, affidandosi meno all’influenza e al controllo di sacerdoti, confessionali e riti per scongiurare la dannazione eterna. Nessuno di questi simboli della chiesa odierna faceva parte degli insegnamenti originali di Gesù, furono aggiunti dagli uomini che guidarono la religione in via di sviluppo.
Il cristianesimo primitivo fu soggetto alle stesse insidie che affrontano molte discipline spirituali quando i loro Maestri lasciano il mondo terreno. Per necessità, i seguaci iniziano a stabilire una struttura e un’organizzazione per portare avanti ciò che è stato loro dato. Nel processo, alcuni elementi preziosi possono essere persi e persino sostituiti da dogmi che hanno più a che fare con problemi pratici (come gli interessi politici della chiesa) che con ideali spirituali. La reincarnazione non è mai stata in conflitto con i principi degli insegnamenti di Cristo, solo in conflitto con il controllo esercitato dalla chiesa.