Siamo onesti: essere presenti nel momento sembra una buona cosa in teoria… ma in pratica, nel 99,9% dei casi facciamo cilecca.
Quante volte ti sei ritrovato a fare tutti quei fantasiosi piani mentali per “essere il più presente possibile” e a immaginarti come un futuro maestro zen o uno yogi avanzato… e poi, pochi minuti dopo, ti ritrovi a sgranocchiare un pacchetto di patatine e a fissare distrattamente la bacheca di Instagram sul tuo telefono?
Riesci ad immedesimarti in questo fenomeno frustrante?
Da quando l’interesse per la meditazione e la mindfulness è sbocciato negli anni ’90, si è parlato senza sosta dell’importanza di “essere nel momento presente”, di praticare diligentemente la mindfulness e di meditare ogni giorno.
Sembra che ovunque si guardi nel campo del benessere, dell’auto-aiuto e della spiritualità, l’essere presenti sia glorificato come la più alta delle virtù. E non ho nulla contro questo, perché è vero. Essere presenti è davvero l’unico modo sano di vivere la vita.
Ma c’è una questione spinosa che affronterò in questo articolo, insieme ad alcuni consigli concreti su come essere più presenti ogni giorno.
Cosa significa “essere presenti”?
Essere presenti significa semplicemente abitare questo momento senza perdersi in pensieri sul passato o sul futuro. Quando siamo presenti, siamo vividamente svegli e consapevoli di ciò che accade nell’adesso, sia dentro di noi che fuori di noi.
La vera presenza consiste nel prestare attenzione, di proposito, al momento presente, sospendendo ogni giudizio o definizione delle cose.
Il potere della presenza: Perché è la soluzione a quasi tutti i malesseri psichici?
Chiunque si trovi su un autentico sentiero spirituale è consapevole del potere della presenza.
Siamo in grado di riconoscere che quando viviamo pienamente nell’adesso, non soffriamo più del bagaglio del passato o delle ansie del futuro.
Essere presenti ci aiuta a prenderci cura dei nostri bisogni, a essere più attenti ed empatici con gli altri, a fare scelte più sagge e consapevoli, ad ascoltare gli impulsi più profondi della nostra anima, a rallentare e ad apprezzare la vita e a sperimentare stati di gioia, stupore e pace.
Inoltre, quando siamo presenti e siamo veramente incarnati nell’adesso, siamo anche meno identificati con il senso di sé frammentato e sofferente che chiamiamo “ego“.
L’ego o il senso di “io” – che è essenzialmente solo un’abitudine di pensiero condizionata che è mutevole, instabile e, in definitiva, illusoria – si dissolve quando siamo nel presente.
Il risultato di questa temporanea dissoluzione dell’ego è una sensazione di maggiore libertà, di connessione con il Tutto e di Unità spirituale.
In definitiva, essere presenti è potente perché è l’unico luogo o spazio in cui possiamo sentirci veramente vivi, in pace e integri.
Ma c’è un grosso errore che la maggior parte di noi tende a fare quando cerca di essere “più presente”. Lo analizzeremo tra poco.
Perché essere nel “momento presente” è così difficile?
In un momento o nell’altro, la maggior parte di noi si è sentita frustrata e delusa dalla propria incapacità di “stare nel momento presente”. Siamo inclini a chiederci cose come: “Perché non riesco a essere più presente? Perché è così difficile? Cosa c’è di sbagliato in me?”.
Nel peggiore dei casi, l’idea di cercare di essere “più nel momento presente” è un metro con cui l’ego spirituale dentro di noi misura il nostro valore e la nostra “spiritualità”.
In altre parole, quella parte dell’ego che si maschera da “persona spirituale” (ovvero quello che chiamo ego spirituale) alla fine troverà la pratica di essere presente nel momento non solo una minaccia al suo “livello di spiritualità”, ma anche fondamentalmente un lavoro stressante e infine un’attività tortuosamente difficile.
Ma perché?
Per dirla in parole povere, troviamo così difficile essere nel momento presente perché la parola stessa, la nozione stessa di “momento in cui essere”, è totalmente fuorviante.
I dizionari definiscono “momento” come “una minuscola porzione o punto del tempo; un periodo di tempo relativamente breve”, il che fa sembrare che l’essere presenti possa avvenire solo in una minuscola frazione di tempo.
Il termine “momento presente” dà alla nostra mente l’impressione che essere presenti significhi in qualche modo “catturare” quella piccola porzione di tempo che è qui, perché l’attimo dopo non ci sarà più. Se non riusciamo ad afferrare quel piccolo frammento di tempo, la nostra opportunità di essere consapevoli è finita!
Rifletti sul significato di “momento presente” per te.
Ti sembra che il “momento presente” sia un periodo di tempo breve e passeggero?
Se è così, voglio farti notare una cosa:
Non esiste un “momento presente” perché l’unico momento che esiste è questo, adesso.
Anche i pensieri sul passato o sul futuro, o il perdersi in sogni ad occhi aperti, o qualsiasi altra cosa la tua mente evochi, possono avvenire solo in questo momento.
Forse una parola migliore e più accurata sarebbe movimento presente. Qualsiasi cosa stia accadendo nel presente è dinamica, viva, fresca, spontanea e sempre in continuo cambiamento.
Poiché le parole ‘momento’ e ‘movimento’ derivano dalla stessa radice, forse è meglio chiamarlo il movimento presente. Il movimento presente della vita! Il movimento dei pensieri, delle sensazioni, dei sentimenti.
C’è una sorta di effervescenza viva nel termine “movimento presente”, in contrapposizione al più statico e secco “momento presente”.
Personalmente ho scoperto che connettersi con il movimento presente è una pratica molto più piacevole, sostenibile e realistica rispetto al tentativo di cogliere il prossimo “momento” presente.
Approfondimento: Tu SEI il Movimento Presente
La seconda parte di ciò che ho appena scritto sopra è che il presente non è solo un movimento in continua evoluzione, ma è anche ciò che sei nel profondo.
Mi spiego meglio.
La seconda parte del motivo per cui troviamo così difficile essere presenti è che la separazione tra “io” e “l’adesso” crea un attrito che fa sembrare che tu debba “raggiungere” o “trovare” o “catturare” il movimento del presente – e questo può farti rimanere bloccato in un’infinita ruota del criceto mentale che cerca di “essere nell’adesso, che paradossalmente ti sfugge. (Eppure, anche questa ricerca dell’adesso sempre presente avviene sempre nell’adesso!).
Negli insegnamenti illuministici possiamo sentire la frase “sii presente”. Ma se ti guardi intorno, “tu” sei il momento presente. Non sei separato da esso. Tu sei la vita stessa. L’unica cosa che oscura questa consapevolezza è l’attività mentale ed emotiva che cerca continuamente di allontanarsi da questo momento in un sogno di passato, futuro e resistenza al presente. L’idea che tu sia separato dalla vita è una creazione della mente.
In altre parole, più in profondità della battaglia semantica tra “momento presente” e “movimento presente”, c’è questo fondamentale senso di separazione che proviamo e che nasce dal senso di sé, l’ego.
L’ego è un meccanismo biologico di sopravvivenza necessario e non ti sto dicendo di “uccidere il tuo ego”. Ma se riesci a capire che cercare di “essere nel presente” dalla posizione dell’ego in realtà blocca la tua capacità di riconoscere che sei la Vita stessa – che per sua natura è sempre presente – allora capirai perché può essere così difficile praticare la presenza.
Il paradiso è già qui, adesso. È sempre proprio qui, proprio ora, senza che ci sia un “tu” che ne sia in qualche modo separato e che debba fare qualcosa per trovarlo.
Ostacoli all’essere presenti
Se ognuno di noi esamina i propri pensieri, scoprirà che sono interamente rivolti al passato o al futuro. Non pensiamo quasi mai al presente e, se ci pensiamo, è solo per vedere quale luce getta sui nostri piani per il futuro. Il presente non è mai il nostro fine. Il passato e il presente sono i nostri mezzi, il futuro è il nostro unico fine. In questo modo però non viviamo mai veramente, ma speriamo di vivere e, poiché stiamo sempre pianificando come essere felici, è inevitabile che non lo saremo mai.
Ora che abbiamo esplorato i due principali blocchi all’essere presenti (l’idea fuorviante di “momento presente” e la natura divisiva dell’ego), esploriamo alcuni altri blocchi.
Ci sono molti motivi per cui la mente vuole evitare di essere presente. Ecco alcuni blocchi comuni:
- Evitare il movimento presente a causa di un dolore emotivo o fisico irrisolto che rende doloroso l’essere nel presente.
- La convinzione che la felicità o la realizzazione sia stata nel passato o sia nel futuro.
- Energia contratta nel corpo o nel sistema nervoso che alimenta il pensiero, creando un ciclo di evasione corpo-mente dal presente
- Credenze su come la vita “dovrebbe essere” e quindi un rifiuto del movimento attuale in quanto “troppo semplice e noioso”.
- Un sé ombra denso che crea dipendenza e comportamenti di evasione
- La paura dell’inevitabile morte dell’ego (parola spaventosa per qualcosa che in realtà è molto bello) che deriva dall’essere veramente presenti.
L’elenco di cui sopra non è esaustivo, ma penso che tu abbia capito il quadro della situazione. E la realtà è che tutti questi blocchi avvengono comunque nel movimento presente, anche se non ne siamo consapevoli o sintonizzati coscientemente!
5 pratiche per essere presenti
È un po’ ironico che io suggerisca qui delle pratiche per “essere presenti”, quando sei sempre e per sempre nel presente e non hai bisogno di “fare” nulla per “arrivarci”.
Eppure, la vita è un grande paradosso. Dalla prospettiva dell’ego, da cui la maggior parte di noi opera, abbiamo bisogno di qualcosa da fare, di qualcosa con cui orientarci.
Non ho intenzione di affermare che non c’è “niente da fare” e “nessun posto dove andare”, anche se questo è tecnicamente vero a livello oggettivo. Ma mi piace onorare sia l’oggettivo che il soggettivo. E, a livello soggettivo, la mente ha bisogno di qualcosa da masticare.
Quindi, permettetemi di consigliarvi alcune pratiche per essere presenti:
1. Trova una fonte di flusso
Lo “stato di flusso” è un termine un po’ abusato e frainteso dai movimenti new age ma descrive l’esperienza di immergersi così tanto in qualcosa che ti piace da far svanire ogni senso del tempo. Sei completamente immerso nel flusso e nel presente.
Trovare una fonte di flusso ti permette di essere totalmente immerso nel momento presente in modo gioioso. Il modo migliore per trovare la tua fonte di flusso è scoprire cosa ami fare e cosa ti appassiona.
Per alcune persone, il flusso si manifesta con la creazione di opere d’arte o la cucina, per altre con la pratica di uno sport, la riparazione di un motore o un’escursione. Chiediti: “Cosa mi piace fare?” e osserva il movimento presente mentre sei immerso in quell’attività.
2. Osserva i bambini e gli animali
I bambini e gli animali sono sempre nel movimento presente. Prenditi del tempo per imparare da loro. Osserva la loro spontaneità, la loro apertura, la loro freschezza.
Il mio gatto Edmond, ad esempio, è spesso una fonte inesauribile di intuizioni apparentemente sciocche, ma in realtà gioiose e sorprendentemente sagge.
Cosa può insegnarti l’innocenza dei bambini e degli animali sull’essere presente?
3. Trova la magia della solitudine nella natura
La natura mi ha insegnato molto sul muoversi con le stagioni, sul fatto che dobbiamo onorare i tempi dell’attività e quelli del riposo. Che il ritmo frenetico del fare, fare, fare, senza essere presenti agli altri e alla stagione in cui ci troviamo, a ciò che accade intorno a noi, è innaturale e contrario alla vita.
La natura è la più grande fonte inesauribile di movimento dinamico. Il movimento del vento, degli alberi, degli uccelli, degli animali selvatici, del sole, delle nuvole: tutto questo è una porta magica verso l’adesso.
Ti assicuro che se ti prendi un po’ di tempo per sederti nella natura e osservarla, probabilmente sentirai a livello profondo cosa significa essere presenti.
Raccomando la solitudine nella natura proprio perché ti aiuta a uscire dalla tua mente (che si anima quando chiacchieri con gli altri) e a entrare nel flusso di ciò che sta accadendo adesso.
4. Meditazione di consapevolezza
Esistono due tipi principali di meditazione (che si diramano in numerosi altri stili di meditazione): la meditazione focalizzata e quella aperta.
Probabilmente conosci lo stile di meditazione “concentrati sul respiro” che viene insegnato ovunque. Ma esiste anche una forma di meditazione un po’ meno conosciuta, quella aperta e non strutturata.
Per praticare la meditazione di consapevolezza aperta, dedica venti minuti o più a sederti in un luogo indisturbato e osserva semplicemente tutto ciò che entra nel tuo campo di consapevolezza. Non cercare di controllare, cambiare o concentrarti su qualcosa in particolare. Lascia che tutto vada e venga.
Pensieri, sentimenti, suoni, sensazioni corporee, colori, vibrazioni, ricordi, odori e letteralmente qualsiasi cosa entrerà nella tua consapevolezza. Osserva semplicemente come si muovono e cambiano e nota come ci si sente ad essere presenti in questo stato.
5. Usa il mantra “Hong So”
Il canto dei mantra è una pratica spirituale sacra che viene utilizzata da migliaia di anni per calmare e centrare la mente.
Sopra ho descritto il processo della meditazione di consapevolezza aperta; qui, utilizzando un mantra, stiamo adottando una forma di meditazione più focalizzata. Ma questa concentrazione non deve essere rigida o costrittiva. Lo scopo dei mantra è quello di focalizzare ma anche di aprire la tua consapevolezza.
Perché consiglio in particolare il mantra “Hong So”? Innanzitutto, questo mantra è facile da ricordare e praticamente chiunque può ricordarlo facilmente durante la giornata.
In secondo luogo, “Hong So” può essere utilizzato facilmente insieme al respiro. “Hong” imita l’inspirazione e “So” l’espirazione. Puoi quindi recitare mentalmente “hooooong” mentre inspiri e “soooooooo” mentre espiri.
In terzo luogo, Hong So è la forma mantrica delle parole della lingua sanscrita Aham-Saha che si traducono in “Io sono Quello”, che rispecchia magnificamente ciò che ho scritto in precedenza in questo articolo: al di là dell’ego, noi siamo la Vita stessa che appare come questo movimento presente. In altre parole, “Io sono Quello” (“Hong So”).
Il mantra Hong So può essere utilizzato in qualsiasi momento della giornata). Si tratta di un mantra che può dare alla tua mente qualcosa da rosicchiare e allo stesso tempo tranquillizzare il tuo paesaggio interiore tanto da riconoscere il movimento presente di ciò che sta accadendo, proprio qui, proprio ora.
E mentre reciti il mantra, nota qualsiasi cosa stia accadendo in questo momento: potrebbe essere vedere un ciuffo d’erba che spunta coraggiosamente da una crepa del marciapiede, ascoltare un’auto che passa, sentire una sensazione nel corpo, sentire un uccellino cinguettare, sentire il tuo cuore battere… o letteralmente qualsiasi cosa!
Concludendo…
Essere presenti non deve essere un compito, qualcosa a cui “arriviamo”, una virtù che coltiviamo, un luogo speciale a cui abbiamo accesso o qualcosa del genere.
Essere presenti è sempre disponibile.